Riccioli

vetro-rottoFoto Deviantart

Mi sono sdraiata sul mio letto con le luci spente, ho avviato una playlist a caso e ho salutato la fredda contingenza delle cose che erano intorno a me. pace, mettiti l’anima in pace.

Il primo pensiero si poggia leggero sulla tua cucina, io seduta al tavolo immersa da fotocopie da studiare, tu in piedi ai fornelli prepari il caffè. bermudino rosso, quello osceno che ti andava largo e calzino nero lungo in bella vista, felpa vecchia consumata sulle maniche e ricciolini scomposti. “Ci posso affondare la mano?? Ti prego, sono il mio antistress!” …che domande? Certo che potevo farlo! Quello era il centro del mio mondo, tutto si congelava, scioglieva, viveva e moriva lì dove eri tu. gli abbandoni. Ma quanto è stato facile? Ti immagino ora come un treno, veloce, compatto, determinato lungo la meta, che corre sui binari senza indugiare a quella fermata dove i pezzi del vaso, ormai polvere, sono stati spazzati via. Però eccomi, io sono proprio lì, su una panchina di legno a guardare quel treno che, fedele, ha avuto un posto a sedere per me. mi alzerò mai? Bussano alla porta, nel frattempo mi alzo dal letto.

Informazioni su Fiorella Todisco 56 articoli
Classe '92, laureata in giurisprudenza alla Federico II di Napoli. Ama il diritto, la letteratura, la scrittura, la musica e prova a fare di tutto un po'.