LA BESTIA CARENNE: anticipato dal brano LE GAMBE BELLE, esce il 24 febbraio

la bestia CARENNE

“CORIANDOLI”
(Bulbart)
Data di uscita: 24 febbraio 2017

 

“Coriandoli” è il titolo del nuovo disco de la bestia CARENNE, in uscita il 24 febbraio per Bulbart con licenza Creative Commons a tre anni dal precedente “Catacatassc’” (2014) e a sei dall’ep “Ponte” (2011). Il nuovo lavoro dell’ensemble napoletano viene anticipato dal brano “Le gambe belle”, disponibile su tutte le piattaforme digitali, a cui farà seguito il videoclip.

Artisticamente autoprodotto, “Coriandoli” è stato registrato tra l’isola di Procida, Cuma e il centro storico di Napoli, dove il quartetto napoletano ha sigillato nove canzoni imprevedibili, sorrette da una visione del folk spiccatamente obliqua e mescidata fra acustico elettrico ed elettronico, accorpando disparati frammenti sonori e suggestioni assortite in una forma di cantautorato viscerale, che preme sulle costole di chi ascolta immaginando architetture vorticose.

Un approccio, quello de la bestia, perfettamente riassunto dal titolo, con i coriandoli a dischiudere significati nel loro essere “frammenti marginali gettati per terra senza neppure la premura di spazzarli via. L’eco dopo il carnevale, la festa e la beffa, il fuoco e i pupazzi bruciati. Il ribaltamento controllato e momentaneo dello status quo che palesa i rapporti di potere e li manifesta spavaldamente. Ma dopo la baraonda si torna ad essere soli e schiavi ai margini della strada.”

E se col potere ha qualcosa a che fare l’immagine carnevalesca, ciò avviene anche perché “Coriandoli”, pur avvicinandosi solo all’idea di concept album, si muove sulla tematica definita delle prigionie, variandone l’accezione nei modi più differenti: il deserto della vita corporea, familiare, sociale e lavorativa; l’ipertrofia della sfera emotiva e psicologica; la fluidità acida delle sinapsi cerebrali. Lo stato di cattività come motore di un disco che sembra riscattarsi da queste costrizioni con un approccio sonoro sensibilmente libero.

Immaginate se per uno strano scherzo del tempo i cantautori italiani del Folkstudio si trovassero catapultati al Club to Club e viceversa. Ecco, il suono de la bestia CARENNE sta lì. In una dimensione inimmaginabile ma concretizzata da queste canzoni dagli equilibri complessi eppure fertili, dove il suono non è lucidato a puntino ma neanche lo-fi e la bestia si nutre di molteplici pietanze.
Traccia dopo traccia spuntano infatti sequenze elettroniche, casse dritte, ricami di acustica, rimasugli funky-rock suonati in un bar di Kabul degli anni ’70, brevi lande di synth cementizi, bassi che incedono guardinghi, gracidii di elettriche, code di dolceamara indolenza desertica, elementi di musica concreta vissuti come oggetti sonori. E poi soluzioni armoniche e ritmiche che ritornano lungo la tracklist e connettono fra loro le tracce. Tutto ciò mentre la voce è sempre un po’ inquieta e le parole sono tremori di dolore, rospi sputati, colpi di scalpello, getti di sangue e umori, versi da tenersi stretti.

“Coriandoli” apparentemente è un disco da ascoltare nella sua interezza e a cui dedicare tempo e attenzione: nonostante ciò nasconde un singolo radio schizofrenico e ballabile come “La notte di San Giovanni”, ovvero l’electro-punk in salsa Carenne. E intanto si sente debitore verso il passato aprendosi con uno stretch-reverse dell’ultima traccia di “Catacatassc’” e chiudendosi con “Le mosche”, brano che ha la palpitazione “di chi attraversa l’ultimo covo, l’ultimo tunnel, l’ultimo tormento, l’ultima prigione, l’ultimo drone. Perché alla fine, forse, la bestia esce dalla gabbia e respira.” E l’aria è tutta piena di coriandoli.

 

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