Christ Brokaw live @ Castello Svevo (Cosenza)

 

Forse il nome Chris Brokaw ai più non dice molto, ma gli appassionati di slowcore, filone musicale sviluppatosi negli anni ’90 contraddistinto da ritmi rallentati e tormentati, sicuramente lo ricorderanno come batterista dei Codeine, band che ha firmato uno dei dischi più importanti della scena rock mondiale: “Frigid Stars“. Chi conosce i Codeine li affianca agli Slint e ai Karate, e ricorderà sicuramente come questi gruppi siano nati proprio negli anni del grunge, del rock duro, urlato e rabbioso.

Proprio quando l’America preferiva mettere una marcia in più e spingere con la musica, alcuni gruppi amavano invece dilatare i tempi, implodere nel silenzio e nel tormento, dilatare i suoni. I Codeine con questo loro modo di suonare hanno rivoluzionato la musica rock e influenzato decine di band.

 

 

Christ Brokaw nei Codeine suonava la batteria e, dopo aver posto la sua firma nell’album più rappresentativo della band ha formato con Thalia Zedek, nel 1992, i Come e iniziato a suonare la chitarra. Ha inoltre fatto parte dei Dirtmusic (con Hugo Race), e collaborato con artisti del calibro di Thurston Moore, Evan Dando, Steve Wynn e il suo amico ex Karate, Geoff Farina.

Sabato quattro febbraio, per il COMFORT ME Festival, sul palco del Castello Svevo di Cosenza, Chris Brokaw ha regalato la sua musica e la sua voce ad appassionati ed emozionati fan accorsi ad ascoltarlo per l’unica data calabrese.
Le aspettative erano tante, il pubblico voleva godere di uno spettacolo vero e puro, sognava di essere ipnotizzato da ogni nota suonata…

E così è stato.

 

 

Complice è stata sicuramente la splendida cornice del Castello Svevo, monumento che domina l’intera città di Cosenza, capace di creare la giusta atmosfera e di dare una vera e propria sacralità all’evento. Poco prima dell’inizio l’emozione è palpabile, un pubblico silenzioso e assorto aspetta Chris che arriva quasi in punta di piedi. I primi pezzi sono un’interpretazione intima e personale di canzoni che hanno fatto la storia della musica:” Ashes to ashes”, “The man who sold the world” e “Letter to hermione” del compianto David Bowie servono a scaldare gli animi dei fan.

Chitarra acustica ed elettrica vengono abbracciate a turno da Chris che regala ballate malinconiche, ritmi dilatati ed onirici, riverberi, canzoni senza spazio né tempo. Uno dei momenti magici è quando la sua voce quasi sussurrata e biascicata accompagna il blues malato di “Exemption”. L’arpeggio di “Into the woods”, pezzo scritto con l’amico Geoff Farina, diventa un mantra ossessivo, ripetitivo e sinistro che si fissa nella mente di che ascolta qualche brano più avanti mentre “Recidivist” è un pezzo struggente come pochi. Si va avanti così per un’oretta quando l’artista si ferma per una manciata di minuti per tornare ad emozionare il suo pubblico coi bis. Tra i pezzi eseguiti “Danny Borracho” sembra quasi un gradito “shift” umorale verso una ballata folk.

 

 

Un concerto che è stato quasi una lezione per i tanti musicisti presenti alla serata, affascinati dalla bravura tecnica e stilistica di Chris, capace in sostanza di rendere al meglio suoni e vibrazioni, di modulare e sporcare il suono, con un unico risultato, quello di deliziare l’ascoltatore.