A cura di Paolo Cunico
Durante l’anno ci siamo occupati molto poco di recensire dischi al di fuori di quelli nostrani e non volevamo chiudere il 2017 così. Vogliamo quindi proporvi una sorta di calendario dell’avvento dove ogni giorno vi regaliamo una breve recensione di un disco straniero uscito quest’anno descrivendo anche a chi potreste regalarlo.
Questa non vuole essere una classifica e non vuole nemmeno essere un’opera omnia su quanto uscito quest’anno, sono solo un po’ dischi che ci sono piaciuti e che vogliamo condividere con voi!
7 Dicembre: alt-J – Relaxer
- 3WW (feat. Ellie Rowsell)
- In Cold Blood
- House of the Rising Sun
- Hit Me Like That Snare
- Deadcrush (feat. Ellie Rowsell)
- Adeline – 5:50 (Joe Newman, Gus Unger-Hamilton, Thom Sonny Green, Hans Zimmer)
- Last Year (feat. Marika Hackman)
- Pleader
Uno dei ritorni più attesi di questo 2017 era quello degli alt-J, tornati a tre anni di distanza dal precedente This Is All Yours. Dopo i primi due eccellenti album, le aspettative nei confronti di Relaxer erano alte e il trio di Leeds è riuscito a confermarsi, con un disco diverso e meno immediato rispetto ai precedenti.
Il disco parte con 3ww, una canzone che trasmette un’idea di un viaggio onirico, in una dimensione sconosciuta, ben rappresentata dalla copertina del disco e dal videogioco creato dalla band sul proprio sito. Una dimensione disegnata dall’artista Osamu Sato che si sposa perfettamente con il minimalismo della canzone, che trasmette, grazie all’arrangiamento d’archi e alla voce di Ellie Rowsell, l’idea di peregrinare in una terra sconosciuta, alla ricerca di un amore perduto.
Si continua con uno dei pezzi più belli del disco, In Cold Blood, che richiama molto i successi dei due primi di album dell band. È un pezzo veramente ben composto e arrangiato che dove le trombe, la batteria e la voce, si mescolano in un crescendo che esplode lasciando spazio nel finale ad un suono di sintetizzatore quasi da vecchio videogioco.
Gli archi ritornano protagonisti, accompagnati da una chitarra acustica, nell’adattamento di House of the Rising Sun che gli alt-J trascinano direttamente nel loro mondo sognante e fatato, a metà fra viaggio ultraterreno e ninna nanna.
Hit Me Like That Snare presenta un’inedita voce distorta che non prevale rispetto agli altri strumenti come nelle precedenti canzoni, ma si nasconde dietro alla chitarra, giocando quasi alla stessa tonalità.
Deadcrush incarna al meglio l’evoluzione che gli alt-J hanno voluto dare al loro sound in questo disco: un maggiore equilibrio fra i suoni, e in particolare una maggiore integrazione della voce di Joe Newman con gli strumenti. Quest’ultima è soggetta ad effetti e distorsioni e viene messa molto meno in risalto rispetto ai lavori precedenti, cosa che rende i pezzi più sofisticati e misteriosi.
Questa aura di mistero, di viaggio in una dimensione inesplorato, continua con la bella Adeline, canzone dove la voce torna ad essere pulita e viene accompagnata dall’ennesimo splendido arrangiamento d’archi di questo disco, da una batteria impetuosa e da dei coretti distorti che trasformano il pezzo in un autentico viaggio.
Un viaggio che gli alt-J decidono di terminare con il trionfo d’archi di Pleader, ennesimo segno di come la band abbia deciso di sperimentare molto creando un bel disco, meno dirompente e incisivo dei primi due lavori della band. Un lavoro più sofisticato e meno immediato, che richiede tempo per essere apprezzato completamente.
Un regalo perfetto per…
Una persona che sa apprezzare le piccole cose, una persona che non giudica mai un libro dalla copertina e che sia alla ricerca di un ascolto che la possa al tempo stesso rilassare ed intrigare. Perché questo è Relaxer, un disco che richiede pazienza e voglia di scoprire, solo così mostrerà la sua bellezza per intero.
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.