#piuomenointerviste: un “microfono” per le novità – BALTO

A cura di Simona Luchini

Una fotografa curiosa decide di incontrare artisti emergenti e talentuosi cui porre 10 domande per conoscere meglio ogni volta una band diversa: questo è #piuomenointerviste: un “microfono” per le novità.

 

Poco più che ventenni, una vita fatta di Università, lavori estivi e treni regionali. I riminesi BALTO scrivono della normalità di ciò che li circonda, vite vissute secondo il loro filtro, quello di chi si rende conto di tutto ma non si rassegna davanti a niente.

I BALTO sono: Andrea Zanni, Manolo Liuzzi, Marco Villa, Alberto Piccioni.

 

 

 

Quando nasce il vostro gruppo e a cosa si deve il suo nome?

I balto sono nati ufficialmente con l’EP che è uscito a Novembre 2017 anche se sono già quasi 4 anni che suoniamo insieme. Il nome ci piace come suona fondamentalmente, anche se c’è un aneddoto carino su una cena che ci è capitato di fare in un paesino in Toscana e di bere vino che aveva proprio questo nome.

 

Una parola che caratterizzi ognuna delle tracce del vostro album

Direi “normale”, è un po’ il mood del disco anche, il fatto che siamo persone normali, ragazzi di vent’anni (e qualcosina in più) che frequentano l’università, fanno lavoretti estivi e si spostano coi treni regionali.

 

La canzone che amate di più del vostro album

“È tutto normale”.

Come definite la vostra musica e quali sono gli artisti che vi ispirano di più?

Come genere è qualcosa che sicuramente viene dal rock, indie rock, alternative rock, pop rock, indie pop, un misto di tutto questo insomma. Gli artisti di riferimento sono per il panorama internazionale i Biffy Clyro, Incubus, Arctic Monkeys, The Strokes… in italia ci piacciono tanto i Fask, il made dopo, Ministri, Voina, Vasco Brondi, Canova e via dicendo.

Cosa pensate del panorama musicale attuale?

È un bel momento, c’è tanta gente che ha voglia di andare ai concerti, si incuriosisce di nuovi artisti. C’è tanta varietà e tanta risposta.

Se poteste viaggiare nel tempo dove vorreste andare?

Se me l’avesso chiesto a 15 anni avrei risposto che sarei voluto nascere fra il 60/70 per subire in maniera diretta tutta l’influenza della musica di quegli anni. Ora come ora sono e siamo contenti di questo periodo storico musicale. È vero che il rock in Italia non è così tanto diffuso ma ci sono diversi modi di “fare rock” e anche il 2018 va benone.

Se poteste scegliere di collaborare con un particolare artista internazionale, chi sarebbe e perché?

Simon Neil, Biffy Clyro. Perché è probabilmente l’artista contemporaneo che più apprezziamo sia per i lavori in studio che per la carica e l’energia dei live che lui e la  sua band sanno dare al pubblico, sia per l’umiltà e l’emozione che si porta dietro ogni volta che suona. Questo e tanto altro è quello che ci ha trasmesso lui e la sua band insomma.

Una domanda che faccio sempre agli artisti in promozione: perché una persona dovrebbe ascoltare il vostro disco?

In questo disco c’è una parte della nostra vita, momenti veri, sensazioni vissute, altre immaginate ma che scaturivano da cose reali, di vita vera. Ci siamo messi a nudo e ci siamo stati parecchio sopra. C’è un pezzo della nostra storia in queste 5 canzoni, e su Spotify è ascoltabile in streaming, sono venti minuti, non uno di più.

Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati per il futuro?

L’obiettivo è quello di lavorare continuamente, scrivere, produrre, finché ne avremo voglia e avremo qualcosa da dire. Per ora siamo carichi di sensazioni positive, tanta voglia di fare. Ci piacerebbe girare l’Italia suonando il nostro disco ovunque.

Cosa avete in mente per il futuro? Tour, concerti.. dateci tutte le info per potervi seguire!

Ci sono delle date in programma per i prossimi mesi che potrete trovare sulla nostra pagina Facebook o su Instagram. Stiamo scrivendo già il prossimo disco anche se ancora non abbiamo idea di quando uscirà.

 

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