#piuomenointerviste: un “microfono” per le novità – GIANFRANCESCO CATALDO

A cura di Simona Luchini

Una fotografa curiosa decide di incontrare artisti emergenti e talentuosi cui porre 10 domande per conoscere meglio ogni volta una band diversa: questo è #piuomenointerviste: un “microfono” per le novità.

 

Gianfrancesco Cataldo è un giovanissimo cantautore, vincitore a soli 19 anni del Premio Musicultura 2016. “Portafortuna”, il primo disco di inediti è uscito il 16 febbraio. Delicato e profondo, Gianfrancesco è capace di restituire, attraverso la forma canzone, piccoli quadri urbani: ogni brano è un racconto, ogni strofa un passaggio narrativo lineare e pieno di sentimento.

 

 

Quando nasce il tuo percorso nella musica e a cosa si deve la scelta di utilizzare proprio il tuo nome?

Il mio percorso musicale nasce quando mio padre mi insegnò il primo accordo (ogni settimana me ne dava uno nuovo), ma questa fase mi vedeva solo come chitarrista, quindi, per esercitarmi, provavo a cantare mentre suonavo: così, a dieci anni, ho scritto la mia prima canzone, “Il mondo è bello”, una cagata!
Ma l’idea poter raccontare quello che mi succedeva (magari anche qualcosa di imbarazzante), spacciando questo per una canzone, ha fatto sì che la mia timidezza nel parlare piano piano svanisse.
La musica è stata fino ad ora la mia terapia.
Per un po’ di tempo ho provato a usare il mio soprannome “Gavio” come nome d’arte, ma sentivo che in fondo questa cosa non funzionava. Non tutti sanno che “Gavio” sta a ricordare Gavio Ponzio, considerato uno dei più grandi strateghi dell’antichità, un gladiatore sannita. Molti mi chiamavano “gaio, caio…mhh tizio, come ti chiami??” quindi ho fatto una scelta che forse mi rende un po’ più cantautore, quella di usare (per quanto anche questo non è che sia memorizzabile) il mio nome.

 

Una parola che caratterizzi ognuna delle tracce del tuo album

Adolescenza, dico questo perchè tutti i temi trattati sono comunque visti dal mio puto di vista, che magari non può rispecchiare proprio tutti: faccio l’esempio de “La crisi del maturando” o “Insieme”, che raccontano due situazioni differenti, ma riconducibili a problemi adolescenziali.

 

La tua canzone che ami di più.

A chi vuoi più bene: a mamma o a papà?

 

Come definisci la tua musica e quali sono gli artisti che ti ispirano di più?

“Musica per automobili, o comunque spostamenti”, personalmente credo che quando ascolto qualcosa, qualunque cosa durante un viaggio, quando non ho distrazioni, riesco a concentrarmi su tutto. Se dovessi consigliare un posto dove ascoltare la mia musica consiglierei una macchina, con annessa destinazione. Per questo disco ci vuole un viaggio di circa 35 minuti.

 

Cosa pensi del panorama musicale attuale?

Sicuramente non ci si annoia: c’è veramente di tutto, forse anche troppo. Una cosa che ancora non ho trovato da quando sono nato è qualcosa di nuovo, ogni cosa interessante che ascolto, che credo sia una novità, in realtà è stata già sperimentata.

 

Se potessi viaggiare nel tempo dove vorresti andare?

Collegandomi alla risposta di prima, mi piacerebbe vivere il folk studio, di conseguenza vivere quando esisteva “la prima scuola”, quando forse non tutti avevano il coraggio di definirsi cantautori, quando lo si faceva per scelta, per raccontare, per amore, e chi voleva fare i soldi li faceva in un altro modo. Ora, per emergere, oltre a saper cantare e suonare, devi anche sapere come fare i soldi.
Associando la parola cantautore a personaggi come Luigi Tenco, Francesco De Gregori, Giorgio Gaber, Rino Gaetano e tutti i grandi, personalmente non riesco a dire “Si, sono un cantautore!”. Lo so, chi scrive testo e musica lo è, ma preferisco dire “Provo a far il cantautore”.

 

Se potessi scegliere di collaborare con un particolare artista internazionale, chi sarebbe e perché?

Beh… se proprio dovessi avere carta bianca, sceglierei di collaborare con John Mayer! La sua musica è sempre al passo con i tempi, soprattutto perché è un artista che ha toccato vari generi riuscendo a preservare la sua indole blues. Ogni disco è una perla, a partire dalla sua band che è formata da musicisti come Steve Jordan e Pino Palladino. Ha una voce pazzesca ed un timbro unico e, quando vedo i suoi live, mi stupisco sempre di più. Solo una cosa mi fa arrabbiare: ha suonato solo una volta in Italia, aprendo i Rolling Stones, ed io non c’ero!

 

Una domanda che faccio sempre agli artisti in promozione: perché una persona dovrebbe ascoltare il tuo disco?

Prima di tutto una persona che compra un disco è veramente una bella persona, anche se quel disco non è il mio; poi di certo posso dire che, quando si entra in un negozio di dischi, una sbirciatina alle nuove proposte io la darei sempre.
Non nego che il titolo di questo disco è stato pensato anche per creare un po’ di curiosità. In ogni caso una persona scaramantica lo acquisterà ahahah.
Non sono bravo a vendere – una volta ho provato a fare il rappresentate, ma ero troppo sincero e poco convincente – ma, se devo dare un buon motivo per acquistare questo disco, è sicuramente la qualità.
Il disco è stato prodotto da AlfaMusic, un’etichetta che crede in me da quando avevo 17 anni, quindi si può dire che è un disco fatto in casa, “in casa” per dire “con tanto amore e passione”. Il mio produttore Alessandro Guardia (Ale) mi ha seguito in questo percorso e, alla fine, insieme a Marcello Sirignano che ha curato gli arrangiamenti e tutti i fantastici musicisti che hanno collaborato, è nato questo disco.
Comprare “PORTAFORTUNA” significherebbe credere in un progetto, credere nella musica e soprattutto aiutarla a non diventare DIGITALE!

 

Quali sono gli obiettivi che ti sei prefissato per il futuro?

Mi piacerebbe avere un pubblico che mi ascolta, che canta le mie canzoni, e fare tanti tanti live!
Per il mio futuro vorrei fare questo: cantare, suonare e basta. Ho solo un “piano A”, quindi mi sto impegnando al massimo per realizzarlo. Vorrei svegliarmi la mattina, scendere dal letto e fare quello che mi piace, ma questo credo che lo voglia chiunque.
Sanremo… perché no! Mi piacerebbe, solo che adesso mi sembra veramente difficile pensare di arrivare lì, così, dal nulla.

 

Cosa hai in mente per il futuro? Tour, concerti… dacci tutte le info per poterti seguire!

Stiamo lavorando per organizzare un tour che riesca ad arrivare un po’ in tutti i club d’Italia: sarebbe un sogno, il primo tour!
Per ora non voglio anticipare nulla, comunque potete seguirmi sulla mia pagina Facebook e Instagram, dove scrivo personalmente tutti gli aggiornamenti. Poi c’è il canale YouTube e Spotify, per vedere e ascoltare la mia musica.
Dopo questa bellissima intervista non mi resta altro che salutarvi e dirvi di restare aggiornati, perché ci sarà da divertirsi!

 

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