Musica senza tempo nella città senza memoria: Viva i Knot Tolouse

A cura di Fabio Izzo

Giuro che tutto doveva essere diverso, perdonatemi, ma lo giuro!
Infatti, questo pezzo doveva essere scritto diversamente, lo giuro, avrei dovuto scriverlo in un’altra maniera… ma… c’era il post su Facebook di PiùomenoPop che mi ha fatto ricordare la promessa fatta tempo dietro ad Anto.
Comunque vediamo di fare un po’ d’ordine o di provarci, almeno.
Ora sono qui, nella città senza memoria e ho un’ora di tempo, dopo essermi fatto la doccia.
Mi chiedo se può bastare un’ora per scrivere un pezzo sui Knot Tolouse.
Ovviamente mi rispondo che no, non mi basterebbe volendo nemmeno una giornata, una settimana, un mese o un anno perché stiamo per l’appunto parlando di musica senza tempo, nel vero senso del termine.
Risuonano quindi nella città senza nome le note dei Knot Tolouse, nome traducibile come nodo da sciogliere o nodo da non dimenticare, tipo quelli che si facevano una volta al fazzoletto quando c’erano ancora i fazzoletti, le promesse e le buone canzoni.
Ora sono qui a scrivere ma ieri ero sempre qui, nella mia stanza con una ragazza bulgara ad ascoltare musica. La musica per me è scambio, apertura, e lei mi faceva ascoltare qualcosa tipo Nicole Shrander, Schroendiger, tipo il gatto o come diavolo si scrive, ma dovete sapere che il mio cervello ha un problema, tende spesso e volentieri a dimenticare le cose poco interessanti… e così nella realtà non riesco nemmeno a nascondere il mio disinteresse quando capita. Disinteresse che doveva apparire fin troppo evidente se la ragazza bulgara nella città senza memoria mi chiede, ma davvero non ti piace, non ascolti musica?
Non perdo nemmeno tempo a rispondere le rispondo, cerco su YouTube un video, questo per la precisione The leaves are turning blue

 

Lei ascolta e dice che approfondirà, ci credo poco, ma tant’è…
C’è poi un altro aneddoto recente che mi riporta ai Knot Tolouse, sono riuscito a scappare a casa, casa per me, per noi, si chiama Acqui Terme, dalla città senza nome. Poco prima di tornare avevo trovato su ebay un vinile dei Knot, a Perugia, e mi piaceva l’idea di riportarlo a casa, di tornare insieme, e così fece.
Io sono solito tra le altre cose, ripetere il rito proposta dal personaggio di Augie in Smoke, di Paul Auster, cioè fotografare lo stesso angolo di mondo, alla stessa ora. Convervarne il tesoro. Se per Augie è Brooklyn per me è un angolo di Piazza Matteotti, così ho scattato quel giorno una foto del disco in quel posto e poco dopo, su Instagram, mi risponde Giovanni de Lo Straniero, dicendomi che quel disco ce l’ha anche lui.
Acqui è un posto microscopico ma produce sempre sorprendentemente tanto, per me è come Seattle, ma questo l’ho già detto, quindi il perché di questo pezzo?

Perché non c’è niente da scoprire o da riscoprire, i Knot Toulouse sono un gruppo di rock psichedelico, uno dei migliori, che a mio parere sono da “conservare”, esatto, dentro di noi, per molto altro tempo ancora.

I Knot Toulouse sono:

Gianrico Bezzato
Roby Ghiazza
Fabrizio Racchi
Roberta Baldizzone
Achille Vacca

Buon ascolto

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