[Recensioni] Un vuoto immenso e poi la rinascita: “Bell of Wool” di Blaue Blume

@ Maria Kjær Rasmussen

 

A cura di Giuseppe Visco

 

Blaue Blume

Bell of Wool

(HFN99LP – HFN MUSIC)

 


Un colpo al cuore.

Ecco, questa è stata la sensazione che provoca l’ascolto di Swimmer, prima traccia di Bell of Wool, album di Blaue Blume uscito l’otto Novembre.

La band danese propone delle sonorità quasi celestiali che fanno da sottofondo alla copertina scelta per l’album: Venus of the Waves (1769) di François Boucher.

Il nome della band, Blaue Blume, è anche una delle opere più famose di Novalis. Il nome della band, tradotto in italiano, significa fiore Azzurro. Blaue Blume è il romanzo di formazione giovanile – incompiuto – di Novalis in cui narra di un giovane che sogna un fiore blu che lo chiama ed attira la sua attenzione. Ecco, Bell of Wool è esattamente questo, chiama a sè l’attenzione e non lascia chi ha premuto play, lasciandolo estasiato all’ascolto.

L’album, esattamente come l’opera di Novalis, rappresenta il desiderio, la voglia di provare ad avvicinarsi al celestiale, al metafisico, l’amore.

Rain Rain è uno dei punti più alti del lavoro, una traccia che ti svuota completamente, ti straccia l’anima, per poi “restituirti tutto” con quella seguente, Bombard.

Della traccia Lovely Jonas Holst Schmidt ha detto:

“Non sono sicuro di cosa parla questa canzone. Forse ha qualcosa a che fare conl vedersi dall’esterno e rendersi conto che sei stato frainteso. Dell’immagine che hai di te che cammini, che sorridi, parli agli altri, il modo di sorridere o il modo di piangere non coincide con il modo in cui eri visto attraverso gli occhi degli altri. Che eri una persona differente da quella che credevi di essere, di come ti vedevi, e che era amata per quello. E sei stato in grado di vedere che questo era cristallo puro.”

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