[Intervista] Dischi come funghi – “Calandra” il secondo degli Amanita

© Carmine Maradei

 

 

A cura di Massimiliano (Max) Orrico 

 

È fuori per Manitù Records Calandra  il secondo disco degli Amanita, jazz trio from Cosenza formato da Raul Gagliardi alla chitarra, Carlo Cimino, contrabbasso, basso e tastiere, e Maurizio Mirabelli alla batteria. 

Il gruppo che ha ispirato il suo nome al fungo allucinogeno, dopo Gente a Sud, esordio discografico dei nostri, arriva con Calandra a farci compagnia con le sue atmosfere.

Con l’occasione mi son permesso di porre loro qualche domanda:

 

 

Chi siete? … Cosa portate? … Sì ma quanti siete?

Siamo gli Amanita, portiamo un disco nuovo, siamo in tre…per il fiorino chiediamo una comoda rateizzazione.

 

– Un nuovo album dopo 9 anni, gli Amanita trasformano le gravidanze rendendo i mesi anni, com’è possibile?

Ce la prendiamo comoda, infatti il terzo è in programma tra 9 anni. 

 

– I membri del vostro gruppo sono sparsi per l’Europa, eppure ancora esiste e resiste, come si fa? 

Raul vive a Londra già da tempo e le difficoltà dovute alla distanza sono molte. Ma tutto si supera quando si vuole realizzare qualcosa insieme, diciamo che l’ingrediente fondamentale è l’amicizia tra noi, la voglia di fare musica insieme.

 

– Il jazz è il vostro pane, con che vino lo accompagnate?

Le influenze sono molte, il mondo del Jazz è molto vasto e già di per se offre infinite ispirazioni dal Jazz “classico” a quello contemporaneo. Poi si attinge alle musiche con cui siamo cresciuti da Frank Zappa ai Cure…insomma il rock ed il pop, ma siamo molto affascinati anche dalle musiche etniche.

 

– Calandra è il titolo di questo disco, perché questo, e per i non cosentini, che significa? E la grafica con i colori scelti è legata al tema? 

L’Artwork, curato da Dora Scavello, è assolutamente ispirato alla musica, come anche il video da poco realizzato. La “calandra” è quella fascia oraria, durante le giornate estive specie al Sud, in cui il caldo diventa talmente opprimente da costringere le persone in casa, in cerca di refrigerio. Incredibilmente si possono trovare dei paralleli con l’attuale situazione di emergenza sanitaria, in cui siamo tutti chiusi dentro!

– Tra gli otto brani che compongono Calandra spicca un “Message in a bottle” che nella vostra esecuzione mi pare porti con sè un eco di “Seven Nation Army”, come mai tra le tante cover che potevate incidere avete scelto questa dei Police?

Message in a Bottle è un brano che abbiamo sempre suonato dal vivo, così come altri brani di estrazione non jazzistica come Azzurro di Paolo Conte, Enjoy the Silence dei Depeche Mode (inclusa nel primo disco), oppure Je so Pazzo di Pino Daniele, insomma cerchiamo di avere uno sguardo aperto sulla musica. P.S. Finora sei stato l’unico a mettere l’accento sulla citazione di Seven Nation Army!

 

E adesso non ci resta che ascoltare e comprare il disco, al momento, causa pandemia, solo in digitale qui 

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