INTERVISTA: ROBERTO SARNO

 

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Incontro oggi Roberto Sarno, esponente della scena wave toscana e italiana.
Il suo ultimo lavoro, “Endorfina”, uscito per Goodfellas il 26 Marzo, è composto da 10 brani, sonorità scarne e limpide, fatte di pochi strumenti ben armonizzati tra loro. Un disco di cantautorato e rock alternativo che nel suo insieme fa dell’introspezione e dell’essenzialità la sua ragion d’essere.

Parliamo un po’ di te. Qual è il tuo primo ricordo musicale da bambino?
In occasione di una festa particolare mi regalarono una serie di dischi a 45 giri che amavo fare suonare a tutto volume con un piccolo mangiadischi di colore arancione. Tra le varie cose c’erano pezzi di colonne sonore di film western e ricordo che mi agitavo molto al ritmo della musica facendo finta di suonare la chitarra con una vecchia racchetta da tennis di legno.

Il primo e l’ultimo disco che hai comprato.
Il primo disco che ho comprato è stato un 45 giri di Lennon: “(Just Like) Starting Over”. All’epoca avevo 13 anni e fino ad allora non avevo fatto altro che sbobinare su cassette un mucchio di dischi, prevalentemente da fratelli maggiori di amici.
A parte qualche ristampa di roba più datata, l’ultimo acquisto è stato “Lunga Attesa” dei Marlene Kuntz.
All’inizio di quest’anno ho partecipato al concorso nel quale la band piemontese ha pubblicato il testo della title track proponendo di crearne la musica ancora inedita.
Ho pubblicato un video di “Lunga Attesa” a mio nome ed è stato molto divertente. Questo coinvolgimento mi ha portato ha comprare il disco dei Marlene appena uscito, anche se onestamente l’ho trovato deludente rispetto a tutte le belle cose che hanno prodotto nel corso degli anni.

Fai il musicista a tempo pieno oppure ti occupi anche d’altro?
Il mio percorso di musicista è stato piuttosto articolato, con una completa interruzione per un periodo molto lungo prima di riprendere l’attività poco meno di dieci anni fa. Quando chiudemmo con i DIVE, alla fine degli anni ’80, decisi di lasciare tutto e mettere su famiglia. Oggi se non mi occupassi anche di altro non avrei la possibilità di mantenere dei figli.
Faccio musica perché non riesco a farne a meno, ma per me oggi sarebbe impensabile sopravvivere solo scrivendo canzoni.

Veniamo al tuo disco. Com’è nato “Endorfina” ? Ti sei ispirato a qualcosa? (Parlo sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista dei testi)
La maggior parte dei testi ha avuto origine da frammenti di esperienze personali o di eventi esterni che mi hanno particolarmente colpito, poi talvolta sono entrato ad approfondirne i contenuti, in altri casi mi sono perso a descrivere le emozioni che mi hanno suscitato e ad immaginare esiti di pura fantasia.
Per quanto riguarda la musica ho ricercato la semplicità e la spontaneità, curandone le sonorità in modo che fosse tutto coerente.
Infine, per rispondere alla tua domanda, non ho mai un unico modello di riferimento, ma attingo da molteplici fonti, le faccio mie interiorizzandole, le miscelo e ne riproduco la risultanza.

Come mai questo titolo?
L’endorfina è una sostanza prodotta dal nostro organismo con proprietà analgesica simile a quella dell’oppio o della morfina, ma anche in grado di produrre euforia o sonnolenza, gli stessi effetti che si provano con l’orgasmo.
Per me la musica ha questo tipo di effetto e inoltre è un’autocitazione; parte di questo concetto lo puoi trovare nel testo di “Fragole”.

Descrivimi il tuo album con tre parole.
Endorfina è una tappa di un PERCORSO che ha lasciato un segno molto IMPORTANTE nella mia VITA.

Parlami della canzone che in assoluto preferisci del tuo “Endorfina”.
Non c’è una canzone in assoluto, ma differenti stati d’animo che attraggono le canzoni. In questo periodo, ad esempio, sono molto attratto da “America”. Con tutti gli eventi di terrorismo che ci affliggono, non riesco a trovare pace quando penso fuori del mio io. Mi piacerebbe realizzarne un video.

Come definiresti il tuo album? E soprattutto, perché una persona dovrebbe ascoltarlo?
È un album dalla trama complessa che non si ferma in superficie, ma lascia anche spazio all’immaginazione.
Credo che la musica alternativa italiana sia cresciuta molto in questi ultimi anni e mi piace pensare che Endorfina possa avere contribuito a questo sviluppo.