L’INIZIO – UNA COMPLICITA’ SENZA NOME. Romanzo breve.

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scritto insieme ad Ada Schettini.

CAPITOLO I

<Svegliati! Oh, svegliati!>
Era il classico Venerdì sera in cui pensai bene, come sempre del resto, di affogare l’apatia nella birra.
Uno dei miei più grossi problemi è la mancanza del senso della misura e quella sera aveva deciso di non aiutarmi per niente.
Non ci avevo pensato per tutta la giornata, ma poi l’ho vista passare; anzi, prima di averla vista l’ho sentita: ho sentito il suo profumo nell’aria.. Poi ho notato i suoi capelli mossi ondeggiare sulle sue spalle, accompagnandola nella camminata un po’ impacciata. Infatti lei era impacciata, ma voleva fare la donna matura e io lo sapevo. Fumava quella sigaretta mantenendola svogliatamente e metteva un rossetto rosso acceso che quasi stonava con il suo incarnato pallido.
Mi bastò guardarla da lontano, un po’ sbiadita, per decidere che non sarebbero bastate due birre a distrarmi, dunque proseguii senza pietà. Raccontai a Giammo, fedele amico dalle elementari, una storia di quando ero bambino di cui non ricordavo né l’inizio né la fine e poi, dopo attimi di esitazione mi accasciai, adagiandomi poco elegantemente sui freddi sanpietrini della piazza con ogni lembo del mio corpo. Erano freddi. Freddi come i suoi occhi quando l’avevo incontrata all’università e aveva cambiato direzione pur di non avere un contatto, anche solo verbale con me. Meglio l’asfalto che quello, pensai. E Giammo continuava a ripetermi <Svegliati!!> Ero svenuto..

-Ali, Chiudi immediatamente il mio diario!- gridò Pietro, lanciandosi su di lei.
– Sei forse l’unico ragazzo che conosco ad avere un diario, mi incuriosiva leggerlo!.-si difese Ali, divertita più che dispiaciuta.
–No, a te incuriosiva solo sapere quali pensieri io possa decidere di non condividere con te! –
La rabbia di Pietro spazzò via veloce non appena Ali gli sorrise sorniona e in quel sorriso beffardo lui capì che Ali pensava che non potevano esserci cose che lui non le avrebbe raccontato, o che lei non avrebbe capito ugualmente da sola. In fondo erano sempre stati un po’ questo, Pietro ed Ali, una complicità senza nome, una confidenza senza intimità, un legame senza vincoli.
-Dai preparati che ho già fatto tardi, ho le prove con il gruppo tra un quarto d’ora, e lo sai Giammo come se la prende se lo faccio aspettare!- disse Pietro, dopo aver sistemato disordinatamente fogli volanti in una borsa nera, consumata e fuori moda e prendendo la chitarra poggiata ai piedi del letto. Ormai Pietro non riusciva neanche più a ricordarsi di quando non sapeva ancora suonare. Aveva imparato alle medie e da allora la musica era diventata la sua vita, tanto che ormai, ogni volta in cui immaginava se stesso, si vedeva sempre con in braccio la chitarra ed in tasca un plettro.
-Non vorrei mai farti fare tardi!- rimbalzò ironica Ali e si avviò verso la porta dove Pietro, frenetico, già l’aspettava con le chiavi in mano, pronto a chiudere casa.
– Hei calmino! Non ti ho mai visto così agitato.. dovete suonare sabato prossimo, avete tutto il tempo di provare –
Ali guardò Pietro per cercare di cogliere nella sua espressione una reale conferma della sua sensazione, ma Pietro l’aveva ascoltata distrattamente.
-Sabato non puoi mancare!- la salutò Pietro, distratto da un pensiero, allontanandosi.
-Non sono mai mancata! E poi lo sai che altrimenti Giammo mi uccide!- gridò Ali mentre armeggiava con la catena del suo motorino blu e, tornando a casa,  non riuscì a fare a meno di pensare a quelle poche righe rubate dal diario di Pietro. Quel venerdì sarebbe dovuta esserci anche lei, ma Giammo le aveva fatto capire, con la sua solita delicatezza, che avrebbe voluto trascorrere un po’ di tempo con il suo amico, con il suo amico e basta. Giammo le aveva raccontato che Pietro aveva rivisto Marghe, ma i pensieri che Ali aveva letto dal diario di Pietro raccontavano anche qualcos’altro. Pietro pensava ancora a Marghe.

 

… To be continued, al prossimo appuntamento del mercoledì!

Informazioni su Fiorella Todisco 56 articoli
Classe '92, laureata in giurisprudenza alla Federico II di Napoli. Ama il diritto, la letteratura, la scrittura, la musica e prova a fare di tutto un po'.