BAMBOLITA. Romanzo breve.

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scritto insieme ad Ada Schettini.

CAPITOLO VIII

“Mi piace questo posto..!”  commentò Ali recuperando un po’ della tua normale positività.
Effettivamente il locale era spazioso, con fiori tropicali dipinti sulle pareti che assicuravano un certo gusto caraibo, banconi e tavoli in legno chiaro e foto di donne formose in atteggiamenti provocanti appese al muro. La musica era alta,ma non fastidiosa.
“Sediamoci qui” Giammo aveva ritenuto il tavolino nell’angolo il più adatto ad accoglierli e vi si era lanciato per paura che potesse essere occupato da qualcuno prima di loro. Si sedettero e ordinarono da mangiare, ma la permanenza al tavolo così accuratamente scelto da Giammo durò il tempo del panino, perchè Gabri insisteva per ballare..
“Dai vieni lo sai che amo questa canzone..” disse Gabri, tirando per il braccio l’amica, che, non lasciandosi convincere troppo, tirò a sua volta con sè anche  Giammo.
Se ballo io, vieni anche tu” disse Giammo, tirando Pietro e così, sulle note di “Happy” di Pharrel Williams, si ritrovarono tutti e quattro a ballare al centro del locale, insieme a tanti altri che si erano lasciati trasportare dalle note allegre della musica. Ballarono abbracciati, poi ognuno per conto proprio ma sempre insieme. Sembrava esserci una gioia particolare che li univa. Pietro non aveva resistito all’idea di baciare ancora Gabri, che con il suo modo di ballare risultava particolarmente sensuale. Ad Ali non era sfuggito lo sguardo malizioso con cui Pietro guardava l’amica, ma d’altronde non le sfuggiva mai niente.
“Vado a prendere da bere ragazzi” annunciò Giammo un po’ affannato.. “Vengo con te,sto morendo di sete anche io!” seguì Gabri staccandosi dalle braccia di Pietro, che la teneva per i fianchi.
Pietro ed Ali rimasero soli al centro del locale e stavano tornando a sedere quando nel locale rimbombò alle casse “Forever young” ed immediatamente i due si guardarono complici. “Ali la nostra canzone!” gridò Pietro tirando a sè la ragazza, che, allegra, l’abbracciò. Iniziarono a ballare abbracciati, guancia a guancia, dondolandosi lentamente.
“Ti piace?” sussurò Ali all’orecchio di Pietro. “Chi?” “Lo sai chi..Gabri!” ammise Ali.
“Se non mi fosse piaciuta non l’avrei baciata, intelligentona che sa sempre tutto!!” disse Pietro in tono scherzoso, accennando una smorfia. “Si ok, ma ti piace ti piace?” Ali pensò che forse stava diventando insistente. Pietro si allontanò un po’ dal corpo dell’amica che teneva abbracciata e la guardò negli occhi. “Ho voluto baciarla,e l’ho baciata… mica tutti pensano tanto come te!” rispose.
Ali lo guardò e si sentì stupida ad avergli fatto quella domanda. Poi pensò a quel loro bacio sfuggito sotto casa e si chiese se anche per quella circostanza valeva la stessa semplice regola. “E quella sera? Hai voluto baciarmi e mi hai baciata?”
Ali non riusciva a credere di averlo detto davvero. Pietro rimase a fissarla, preso alla sprovvista da quella domanda che non si aspettava, e che gli faceva paura. “Beh, che poi mi spiegherai perché hai arbitrariamente deciso che a baciarti sono stato io!” Pietro aveva scelto la strada più codarda per rispondere, quello dello scherzo. Di quel bacio non avevano mai parlato, come se il non parlarne lo rendesse meno vero, come se il silenzio potesse quasi cancellarlo.
Ali fece un piccolo passo indietro dal corpo del ragazzo, a cui ancora era vicina, essendo da poco finita la canzone. Aveva sempre ammirato l’ironia con cui Pietro sapeva sdrammatizzare ed alleggerire quasi tutte le situazione, soprattutto le più complicate, ma questa volta l’aveva trovata fuori luogo. La sua domanda era stata un atto di coraggio, involontario perché totalmente spontaneo, ma di coraggio, e lo scherno della risposta l’aveva ridicolizzato. Aveva rotto il silenzio per riascoltare il rumore della realtà e farne i conti, ma l’ironia di lui aveva svilito quella realtà. “Non guardarmi così, Ali..” disse Pietro, tornando serio.
Aveva letto negli occhi della ragazza la delusione di quella risposta, di quel suo atteggiamento codardo e ora se ne stava pentendo.
La prese per il braccio per riavvicinarla a sè, per cambiare risposta, per poter cambiare il modo in cui lei lo stava guardando.. ma Giammo si avvicinò, con una bottiglietta d’acqua in mano già quasi vuota, seguito da Gabri “Mi sono dissetato finalmente. Ali io vorrei tornare, ho da studiare domani. Andiamo?” chiese Giammo.
“Resta con noi dai! Perche noi restiamo un altro po’, vero Pietro?” Gabri guardò il ragazzo per ottenere conferma, il quale non ebbe il tempo di rispondere perchè Ali disse immediatamente “Gabri torno anche io, sono stanca. Ti chiamo domani.”
Le diede un bacio affettuoso sulla guancia. In fondo non ce l’aveva con Gabri, ce l’aveva solo con se stessa.

… to be continued!

Informazioni su Fiorella Todisco 56 articoli
Classe '92, laureata in giurisprudenza alla Federico II di Napoli. Ama il diritto, la letteratura, la scrittura, la musica e prova a fare di tutto un po'.