Tracklist
- Scongiuro
- Ljjatura
- Tri nuvuli ju visti cumpariri
- Cincu pammi
- Cola si fici focu
- Storia di Firrignu
- U scantu
- U Fujutu su nesci chi fa
- Fimmina trista fimmina nata
- Cirasa di Jinnaru
Esce il 24 febbraio per Urtovox rec, distribuito AUDIOGLOBE/The Orchard, U fujutu su nesci chi fa? nuovo album di Cesare Basile.
Dopo i due precedenti album (Cesare Basile e Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più), entrambi premiati con la Targa Tenco come Miglior Album in Dialetto, Basile si presenta con un nuovo lavoro in dialetto siciliano complesso, articolato e ricercato.
Per complessità non mi riferisco a quella che, comprensibilmente, ha un veneto nel comprendere le parole di queste canzoni, ma alle atmosfere che questo disco crea nella mente dell’ascoltatore.
È un disco oscuro, che al tempo stesso non rinuncia alle musiche ballabili, come un fuoco vivo e scoppiettante che danza in una caverna buia. Un’immagine che spiega bene un album che mantiene un registro cupo, buio come i tempi in cui i protagonisti di queste storie vivono.
Cola si fici focu (Cola si è fatto fuoco), quinta traccia del disco, rappresenta bene questo aspetto:
“Fallu, ci rici u vaddia / Fallo gli dice la guardia
ca non si bonu mancu a sbampari / che non sei buono neanche a bruciare
fallu ca u vaddia arriri / fallo che la guardia ride
Cola si resi a focu a minzionnu / Cola si è dato fuoco a mezzogiorno”
Una delle storie storie di vinti, personaggi costretti a vivere un in un mondo dove, per citare lo stesso Basile, “scrivi tortu e leggi ragiuni” (esce il torto e si chiama ragione). Storie di oppressi a cui nessuno da voce, per disinteresse o pigrizia, ma raccontate con un taglio particolare: la voglia di emergere, di riprendersi il maltolto in barba ai potenti.
Questo è il fuoco che scoppietta e danza nella grotta, la voglia di rivalsa tradotta in un canto di rivolta, non più solo rassegnato, ma alla base di una cospirazione per annientare chi sottomette.
Il titolo stesso del disco è evocativo di una ribellione: “U fujutu su nesci chi fa?” (Se esce il matto cosa succede?); dove il matto sono tutti gli oppressi che, stanchi della loro condizione, trovano il coraggio di combattere per riprendersi la loro dignità, la loro libertà. La rivolta è follia dettata dalla disperazione, è la pazzia di scontrarsi contro qualcosa che sembra inscalfibile per riaffermare i propri diritti.
Il fuoco della rivolta si rinvigorisce traccia dopo traccia, mentre lentamente compaiono tutti i volti dei personaggi cantati nel disco che, danzando attorno al fuoco come in un rito tribale, tramano contro i potenti. Complimenti a Basile che riesce a trasmettere tutto a questo, ancora prima di leggere i testi tradotti, ad una persona che non capisce un’acca di dialetto siciliano.
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Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.