
Esce il 27 maggio “Dewdrops And Satellites” il primo lavoro full lenght dei veneziani High Mountain Bluebirds, album autoprodotto che arriva dopo 2 EP.
La formazione nasce nel 2013 ed è composta da Jacopo Sacrato: voce, chitarra, synth – Luca Bertomoro: basso, cori – Pietro Giuliani: batteria.
Il giovane trio veneto ci propone una miscela di Sixties Rock, Psichedelia vecchia e nuova, Garage, Indie, Shoegaze e melodie Pop. Il loro sound affonda le radici in gruppi fondamentali del passato come : Who, Pink Floyd, Beatles, Stooges, Cream, Velvet Underground, T-Rex, Doors, 13th Floor Elevators ma anche in gruppi più “recenti” dell’ ondata Neo-Psych come Flaming Lips, Black Angels, Deerhunter.
Il disco, in contrasto con il bel lavoro di Artwork oscuro a cura di Madalina Antal, è colorato e bucolico e brilla di un certo romanticismo neo-psichedelico interessante. Si comincia infatti con i nastri “pitchati” e la chitarra acustica di “Peter Fonda I Love You” sognante e movimentata con i suoi cori lisergici e riverberati, in “Pierce The Sun” il basso e la batteria incalzano ipnotici, le chitarre lussureggianti ci trascinano in scorribande mentali in stile Garage e dallo spirito desertico. Arriva poi “Dew” delicata e melodiosa, è un arrembaggio di chitarre brit direttamente dalla “Swinging London” più dilatata, cosi’ come il Blues Glam elegante e allucinato di “Lighty Diva”. In “High Class Glasses” la linea vocale è misticheggiante e galleggia su tappeti di organi e chitarre effettate. La lunga chiusura strumentale è affidata al lead “flautoso”dei sintetizzatori. “Kids Summer Garden” sarebbe piaciuta a Pete Townshend e soci, con la sua melodia morbida e appiccicosa, e la sua struttura che evolve in un crescendo sonoro, tra interferenze spaziali, nastri liquefatti e feedback. Torniamo al Rock’n’Roll con “Tombeur De Femmes”, veloce, lurida e sferragliante come un’ improbabile dopatissima jam session tra i fratelli Gallagher e Lou Reed, “I Know That It Hurts” si muove nei territori dell’ Alternative ai confini con un proto Stoner di scuola “stoogisiana” . “Lady Copter” poi, ha una gran bella struttura fatta di riff spezzati e linee di basso fluttuanti che culmina in una galoppata magnetica e ammaliante. Chiudiamo con “Kamadeva” l’episodio che ho preferito per la sua forma e per la sua genuina originalità. Il brano è strumentale, inizia con un arpeggio melodioso e una batteria swingata per poi esplodere in un’apertura di chitarre acustiche, noise, feedback, reverse e quant’altro che sfondano il tessuto sonoro in un’ escalation molto efficace e ben organizzata. Il viaggio termina con una simil-reprise (o ghost track) acustica e intima.
Questi tre ragazzi hanno gusto sia per gli arrangiamenti che per la melodia, suonano e cantano bene, hanno mischiato moltissime influenze in maniera intelligente e articolata, certo forse si poteva levigare qualche minuto di troppo quà e là, o cercare soluzioni più personali, che invece troviamo in alcuni dei brani più riusciti, nel complesso una bella prima prova. In alcune canzoni si può già scorgere quello che potrebbero farci sentire in futuro, ed è di certo un bel vedere.
Highmountain Bluebirds -Dewdrops And Satellites (2016)-autoprodotto
Tracklist
1. Peter Fonda I Love You
2. Pierce The Sun
3. Dew
4. Lighty Diva
5. High Class Glasses
6. Kids Summer Garden
7. Tombeur De Femmes
8. I Know That It Hurts
9. Lady Copter
10.Kamadeva