[Live Report] Afterhours e Calibro 35 incendiano il palco del Locus Festival

Il Locus è uno dei Festival più interessanti dell’intero Stivale, con spettacoli itineranti che permettono di scoprire e vivere la musica nazionale ed internazionale a 360 gradi, riappropriarsi dell’arte e respirare cultura in posti ogni volta diversi e splendidi in cui incontrarsi e vivere emozioni uniche.
L’otto agosto è stata la volta di Afterhours e Calibro 35 a Locorotondo con un sold out annunciato già da diversi giorni e un grande entusiasmo tra la gente accorsa da tutta Italia.

 

8 agosto – Locorotondo – CALIBRO 35 + AFTERHOURS

 

I Calibro 35 sono una super band dal sound pazzesco che dal 2008, anno del loro album d’esordio, reinterpretano colonne sonore di film polizieschi anni ’70, sigle televisive, colonne sonore. Enrico Gabrielli, polistrumentista, e Fabio Rondanini, eclettico batterista, entrambi ex Afterhours, si affiancano al chitarrista Massimo Martellotta e al produttore Tommaso Colliva.
Sul palco non solo fanno sfoggio di una classe e di una tecnica superlative, ma mettono in scena uno spettacolo in cui improvvisazioni jazz,  psichedelia, rock, trasportano gli ascoltatori in un’ipnosi collettiva lungo tutto il concerto. Si entra in una dimensione altra, si rivivono scene raccontate in film pazzeschi, ci si immerge in un limbo dal quale non si vorrebbe mai uscire.
Un tour è anche l’occasione per presentare un nuovo album; Exploration è una gemma che contiene brani di provenienza diversa: la colonna sonora di Mission Impossible, un vero cult cinematografico, la sigla di Lunedì Cinema resa celebre da Lucio Dalla e vari brani che omaggiano il maestro Piero Umiliani.
Anche in Puglia il pubblico si emoziona e si diverte fino alla fine non risparmiando applausi scroscianti alla band.
Poco dopo la fine del set, giusto il tempo di rilassarsi e di bere una birra, è il momento più atteso dell’ intera serata, tocca finalmente agli Afterhours.
La band, capitanata da Manuel Agnelli, è in tour per festeggiare i vent’anni di “Ballate per piccole iene“, uno degli album più rappresentativi del rock alternativo italiano.

Partito il 26 giugno scorso da Bologna il “Ballate Per Piccole Iene Tour 2025” sta registrando un successo straordinario per gli Afterhours consolidando ancora una volta il loro status di band iconica, punto di riferimento del rock italico da oltre trent’anni.
Sul palco, per l’occasione, Agnelli ha riunito la band che ha suonato in Ballate: Viti al basso, Ciffo alle chitarre e al violino, Prette, punto fermo del gruppo originario, alla batteria. Un ritorno alle origini, dunque, senza fronzoli e senza spazio per la nostalgia, una dimostrazione al pubblico di un’identità forte e di un’energia inarrestabile.
In scaletta, nella prima parte della serata, “Ballate per piccole iene” è eseguito nello stesso ordine dell’ album. Rivivere emozioni mai assopite, trovare una band in gran stato di grazia, galvanizzata da nuove alchimie ritrovate, è tutto quello che il pubblico vuole. Il blues malato di “La vedova bianca“, la ballata sofferta di “Ci sono molti modi“, le urla amare e disperate di “Il sangue di Giuda” sono scalfite nell’ anima dei presenti.

Un attimo di pausa e la band ritorna con un omaggio a De Andrè, “La canzone di Marinella”, cui seguono brani che hanno fatto la storia degli Afterhours come “Strategie”, “Germi”, “Lasciami leccare l’adrenalina”. Altra cover eseguita dalla band è “War Pigs”, uno dei brani simbolo dei Black Sabbath, vero e proprio inno contro la guerra.
Agnelli che si dimena a torso nudo su “La verità che ricordavo” è un rituale che non cambia nel tempo, molto amato dal gentil sesso. Si continua con altri brani storici della band: “Quello che non c’è” e “Bye bye Bombay” restano tra i pezzi maggiormente emozionanti.

Non si esce vivi dagli anni ’80”, dal passato, gli Afterhours lo sanno bene e il successo di questo tour ne è la riprova: una band in formissima, un suono solido e granitico, la carica di un frontman, Agnelli, che non si arresta mai.
E diciamolo chiaramente, anche vent’anni dopo, nonostante il pubblico non sia più giovanissimo, pogare sotto il palco sulle note di “Dea” o di “Male di miele” è una gran figata.
La speranza resta poi, per noi Piccole iene, quella di poter ascoltare in futuro un nuovo album targato Afterhours.
Non aspettiamo altro!