Il primo lavoro di Gaspare Tancredi “Le donne di un clown” è stato prodotto da un’etichetta discografica palermitana, la Undicizerosette ed è distribuito da Believe Digital.
Gaspare è un cantautore di razza, ricorda tanto i cantanti che hanno fatto grande la musica italiana negli anni 60 e 70, in primis De Andrè e De Gregori, ma anche Capossela, nell’utilizzo di suoni e musiche che mescolano bene generi diversi tra loro.
Tuttavia non è certo l’originalità che manca ai suoi pezzi: la classicità e il completo disinteresse verso le mode del momento sono solo alcuni dei pregi del suo lavoro. Nell’album ci sono vere e proprie trame orchestrali grazie alla collaborazione di grandi artisti e musicisti. Solo per citarne alcuni: Daniele Moraca, splendida voce che accompagna Gaspare nei caldi ritmi latini di “Canzone d’autunno”, Cristina Pantaleone al violino e Virginio Aiello alla fisarmonica in “Rozilda, forme d’argilla” il pezzo di apertura, Massimo Garritano alla chitarra, da brivido il suo a solo in “Pezzi da mille lire”. La musica elegante e ben confezionata accompagna i testi, vere e proprie poesie, affreschi, descrizioni di storie, di donne, di emozioni intime e allo stesso tempo universali. Frasi ricercate e colte, ma insieme personali che solo un animo colto e sensibile può riuscire a descrivere e mettere in musica. Una canzone tra tutte è la title track “Le donne di un clown”, in cui Gaspare chiarisce qual è il manifesto del suo essere: di fronte ad una realtà ipocrita, mediocre, che bada all’apparenza più che all’essenza egli preferisce essere un clown, indossare una maschera che gli permetta di schivare la realtà e di tenere lontana la falsità.
“Faccio il clown, scarpe larghe, giacca in tweed
e ripago la realtà con numeri da varietà.
Faccio il clown mosse buffe, guanti in stoffa,
ma rifuggo la realtà che venera la falsità”.