“Cuore elettroacustico” – esce il quarto album di DEDO

dedo

«Nell’era cibernetica che ci attende, con i suoi umanoidi perfetti ed infallibili, l’umanità saprà conservare la sua diversità fatta di esseri sensibili, pensanti e creativi?» Dedo.

Componenete dell’orchestra del Festival di Sanremo, con alle spalle grandissime collaborazioni insieme ad importanti artisti italiani tra cui Elio e le Storie Tese, Max Gazzè, Daniele Silvestri, Raf, Niccolò Fabi, Nicola Piovani, Mario Venuti, Arisa, Cristiano De Andrè, Fabrizio Moro, Bandabardò, nonchè accompagnatore di artisti internazionali come George Benson, James Taylor, Michael Bublè e Caetano Veloso, Dedo lancia il suo quarto album dal titolo “Cuore elettroacustico“, in cui affronta il dramma dell’alienzazione dell’uomo dovuta alla tecnologia.

Il disco si compone di dieci tracce, tutte confluenti in un’esplosione di suoni acustici che corrono sinuosi lungo un tappeto di bit elettrici.
I temi affrontati toccano le corde dei più sensibili, spaziando tra tutti gli aspetti della vita umana e soffermandosi in particolar modo sul fenomeno dei social e della tecnologia, artefice di aver snaturato i sentimenti ed alienato l’uomo.
Le tracce si snodano scaglionandosi su una traiettoria ritmica ed originale, in grado di trascinare emotivamente l’ascoltatore in un vortice di ammonimenti, problemi, amori e angosce trasmessi da Dedo.

“Attendi solo un po’” segna l’apertura del disco con la storia di un amore inaccessibile e tormentato, raccontato con sonorità elettroniche;
“Dicono” ci spinge alla compassione, denunciando la passività con cui l’uomo osserva le ingustizie e le stragi silenziose che lo circondano;
“Inverno maledetto”
riprende il tema dell’amore malinconico che riposa su una nostalgia simile alla saudade cantata dai brasiliani;
“Taggami il nervo dell’amore” ruota intorno ai social network ed ai loro effetti sulla società. La dipendenza dai “tag” e dai “like” viene ironizzata con i racconti delle tragicomiche nevrosi dei nostri tempi, con l’accompagnamento della voce e del basso di Max Gazzè;
“Resta sul divano”  affronta il potere di manipolazione della televisione sulle nostre coscienze;
“Non è difficile” racconta, invece, i disagi delle nuove generazioni che vogliono spiccare il volo in un mondo che tarpa loro le ali continuamente;
“Ti manci ‘u quagghiu” è l’unico brano dell’album in dialetto, come di consueto in ogni lavoro musicale del cantautore e polistrumentista siciliano. Del resto certe storie possono essere narrate solo così per arrivare dritto al cuore dell’ascoltatore!;
“Piango alla TV” rappresenta un’altra critica al mondo della televisione spazzatura e del giornalismo che non informa, ma che, anzi, al servizio del potere, omette ed insabbia notizie di continuo. Qui si ascolta l’accompagnamento del basso di Faso;
“Euro da mare” riflette sull’euro e sui pro e i contro del nuovo conio nell’economia;
“Il ballo del maiale ingrifato” infine, spezza le riflessioni ed offusca definitivamente la seriosità dei temi precedenti.

Dunque.. se nutrite ancora dei dubbi ad ascoltarlo, non abbiate più esitazioni!

Informazioni su Fiorella Todisco 56 articoli
Classe '92, laureata in giurisprudenza alla Federico II di Napoli. Ama il diritto, la letteratura, la scrittura, la musica e prova a fare di tutto un po'.