Ministri “Dieci Anni Bellissimi” @ New Age Club (TV), 26 Novembre 2016

Sarà stata la giornata di lavoro, sarà la trasferta a Roncade che, non capirò mai il perché, sembra durare sempre il doppio di quanto duri in realtà, ma salgo in macchina in direzione New Age leggermente svogliato ed il pasto frugale consumato nel tragitto non mi restituisce neanche un minimo di entusiasmo.
Arrivati al locale sul palco c’è LaScimmia, gruppo portato in concerto grazie alla splendida iniziativa Stage Diving Community, con il loro rock pieno e ritmato che ben raccoglie l’attenzione di un pubblico con il cuore che sta già pompando adrenalina in tute le loro fibre muscolari.
Tempo di una birra e di un giretto in zona fumatori e si spengono le luci.
Sull’intro di fisarmonica del loro album d’esordio la band fa il suo ingresso trionfale sul palco mentre qualcosa scatta anche in me, un brivido che si trasforma in entusiasmo con i primi tre pezzi in scaletta: La mia giornata che tace, I nostri uomini ti vedono ed I soldi sono finiti. Il New Age esplode come mai visto prima, nemmeno con gli stessi Ministri, in una danza fatta di affettuosa violenza, ormoni ed odori di ogni sorta e sudore a fiumi.
Si spinge e si canta, ma la cosa che più mi colpisce sono Divi, Fede, Michelino e il ministro senza portafoglio Marco Ulici: suonano da Dio.
Mi resi conto di ciò già alla loro apparizione al Home Festival lo scorso settembre: i Ministri sono riusciti a portare l’esecuzione dal vivo dei loro pezzi a raggiungere la perfezione, trasmettendo tutta la loro passione ed emotività, creando una simbiosi perfetta con il loro pubblico, che rappresenta una naturale estensione della loro musica.
Mi ritrovo immerso in questo tutt’uno fatto di decibel e sgomitate e mi rendo conto di come ormai non ci sia più differenza fra “rockeggiare” in bagno dopo la doccia con i capelli bagnati e lo stereo a palla e stare sotto il palco con loro; ed è una sensazione bellissima. Stare in mezzo ad un parterre di matti invasati come te e poi alzare lo sguardo e vedere gli occhi spiritati di Divi e Fede ti fa sentire parte di una splendida famiglia che, nonostante si stia menando con tutte le proprie forze, si ama alla follia. Questa connessione negli anni precedenti la percepivo solo a sprazzi, come nel consueto stage diving sulle note de Il bel canto, mentre oggi questa sinergia la si può respirare in tutto: dalla splendida cover di Ma chi ha detto che non c’è di Gianfranco Manfredi unita a Pablo di De Gregori alla traccia bonus Il mio compagno di stanza.
Forse è anche per questo clima speciale che i Ministri si aprono un po’ con il loro pubblico parlando dell’importanza di Effe punto, della fragilità di alcuni pezzi ma respingendo con fermezza le richieste di una cover dei Pooh; per quella aspettiamo il prossimo compleanno. La piazza, in veste acustica, è un autentico regalo come tutto il resto della scaletta che propone pezzi che, forse, non avremo più l’occasione di sentire; ma è proprio questo il bello dei compleanni, che sono unici, irripetibili.
Un compleanno che dimostra anche quanto i Ministri siano cresciuti, non solo in termini di sold-out nei locali. La band riesce oggi a trasmettere tutta la rabbia e la passione che trasuda dai loro pezzi facendo sentire ogni singolo spettatore come se fosse dentro la loro sala prove condividendo la loro gioia di suonare e stare insieme come un vero membro della band.
L’unico peccato sta nella natura di questo tour: l’ultimo prima della pausa. É così che con Abituarsi alla fine, ed annesso rituale dello stage diving fino al bancone per brindare assieme sul palco, che mi rendo conto di quanto sia un peccato che questa band si fermi, abbandonando i palchi per un po’. Sono dispiaciuto non tanto perché sia un peccato che un gruppo al massimo del suo splendore si fermi, sono dispiaciuto perché dovrò aspettare molto tempo per sentirmi ancora una volta parte di loro.
Arrivederci Ministri, probabilmente quando i soldi saranno di nuovo finiti.

Parole di Paolo Cunico
Foto storia di Matteo Leonardi