Siate ogni cosa che questa società detesta: Bello Figo al The Cage di Livorno

Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” diceva il gerarca nazista e Ministro della Propaganda del Terzo Reich Joseph Göbbels . Ed è proprio questo che le destre italiane, più o meno subdolamente, hanno realizzato, affiancate da mezzi di comunicazione che hanno fatto da sponda.
In una Italia sempre più razzista e xenofoba, quella che inizia a fare due file separate per bianchi e neri nei locali, nell’immaginario collettivo, l’extracomunitario (chiaramente quello con la pelle un po’ più scura del normale) che fugge da guerre o da regimi dittatoriali è colui che, arrivando qui su barconi, agli italiani ruba il lavoro, ruba le case, ruba i posti a scuola, ruba le donne, ruba la cultura, la religione e la tradizione. E, non accontentandosi di ciò, queste persone vengono considerate indesiderati ospiti che pretendono di stare comodi, di avere il wifi gratis, di stare in alberghi di lusso.

Tutto questo è ora per la gente “verità”, supera l’estremismo di destra e permea ovunque, lo sentiamo dire al bar, sul posto di lavoro, per strada.
Un artista, Bello Figo, che può piacere o meno, canta di questo, prende per il culo le parole d’ordine di vecchi e nuovi fascismi italiani e lo fa in modo spiazzante. Non è un leghista, non è un bianco ariano, è invece un ragazzo ventunenne proveniente dal Ghana, integrato in questa nazione e che parla la lingua probabilmente meglio di buona parte delle persone che lo criticano. Quello che solitamente sarebbe stato il destinatario di queste menzogne, usa  queste falsità per farsi beffa dei succitati stereotipi e di chi li propina, con un’ ironia che è quasi un pugno nello stomaco.
Nella miglior tradizione situazionista modifica il modo di vedere le cose, strappandole dal loro contesto abituale inserendole in una nuova ed inconsueta relazione.

Qualcuno l’ha definito la cosa più punk dal tempo dei Sex Pistols e questa mi sembra la definizione più azzeccata. Citando Malcom McLaren: “Siate infantili, siate irresponsabili, siate irriverenti, siate ogni cosa che questa società detesta”

Nessuno dice che lo faccia per fini politici, ed infatti non ha alle spalle nessun movimento a supportarlo e anche per questo è facile colpirlo. Probabilmente il suo unico obiettivo è solo quello economico, ma, indipendentemente da ciò, denuncia e si fa beffe di questi stereotipi, rubandoli, decontestualizzandoli.

Ed è così che arrivano attacchi a 360° a questa persona, che vanno al di la dei soliti insulti sui social network, delle minacce di morte “gassato o bruciato”, minacce che si fortificano bloccandone le esibizioni pubbliche, tramite intimidazioni fascio-mafiose ai gestori dei locali e degli spazi ospitanti.

Dopo i concerti annullati, quelli di Capodanno a Mantova, di Brescia alla Latteria Molloy, di Foligno al Supersonic Music Club, di Legnano al Land of Freedom , di Roma agli Ex Magazzini, c’è ora chi dice un secco no! Chi a queste dinamiche non ci sta e decide di farlo con clamore e determinazione.
Uno storico spazio toscano, il “The Cage Theatre” di Livorno guidato da Toto Barbato, che tra i primi punti del suo statuto ha l’Antifascismo, decide di far suonare Bello Figo senza alcun un passo indietro davanti a minacce o pressioni.

Questo, come le reali motivazioni del concerto, sono ben spiegate e definite nell’ ultimo e definitivo comunicato.

“Vogliamo ribadire con forza e con ancora più convinzione la scelta di far esibire Bello FiGo a Livorno. E sia ben chiaro, la nostra non è una scelta dettata dal guadagno o dalla visibilità, dato che la nostra realtà lavora da più di 15 anni senza bisogno di ricorrere a web star dell’ultim’ora. Il prezzo popolare del biglietto poi non lascia spazio ad interpretazioni. In tempi di prezzi impazziti e secondary ticketing pensare che ci vogliamo arricchire con un biglietto a 8 euro fa più ridere di “Pasta con Tonno” (uno dei tormentoni di Bello Figo).
Eventuali utili derivanti dalla biglietteria comunque verranno devoluti a un progetto di emergenza abitativa. Allo stesso tempo risponderemo a chi pensa che la nostra sia una scelta dettata dal guadagno o dalla visibilità.

Bello FiGo non è un concerto, sta diventando sempre più una scelta culturalmente all’avanguardia. Dissacrante e disturbante sotto ogni aspetto Bello FiGo è il primo ragazzo di colore politically scorrect, osannato dagli under 15, odiato dall’80% della popolazione adulta di destra (e spesso anche di sinistra).

Una scelta antifascista perché Bello FiGo riceve costantemente minacce di morte. Ad oggi sono saltate quattro sue date (Mantova, Brescia, Legnano, Roma) per le pesanti intimidazioni, non solo virtuali, subite dai gestori dei locali che volevano ospitarlo. Questo si chiama fascismo e in quanto associazione antifascista ci opponiamo con tutte le nostre forze a questa ondata di odio. Ad oggi il The Cage non ha subito nessuna minaccia concreta, solo qualche post di cattivo gusto su Facebook, comunque in percentuale molto bassa e spesso da “troll” che abitano addirittura fuori dalla Toscana. Abbiamo inoltre visto che la data di Roma verrà recuperata il 25 marzo all’Orion dal gestore Armando Perticaroli, a cui siamo legati da molti anni di lavoro e di amicizia.

A chi ci accusa di dare spazio a un personaggio offensivo (donne, emergenze abitative etc.) invitiamo a leggere tutta la sua produzione in chiave puramente provocatoria. È impossibile non capire come i testi delle sue canzoni, i temi toccati, Bello FiGo stesso, siano volutamente ironici e provocatori, tutta la sua produzione si prende gioco di luoghi comuni, pregiudizi (il profugo che non lavora e che ruba donne, soldi e case agli Italiani), fenomeni (Isis) e personaggi (Mussolini, Matteo Renzi) della nostra società. È satira trash, roba già vista insomma, solo che per la prima volta arriva da un ventenne ghanese.

A chi ci accusa di aver abbassato il livello della nostra offerta musicale invitiamo a leggere tutti i nostri programmi musicali degli ultimi 15 anni. Da oltre 15 anni infatti l’associazione culturale The Cage porta avanti una politica musicale e culturale di indubbio spessore, tanto da essere premiato al MEI 2014 “per avere costantemente sviluppato senza sosta la scena indipendente italiana in oltre 12 anni di attività del club con una grandissima attenzione e qualità e con costanti prospettive di sviluppo.

Abbiamo fatto una scelta coraggiosa e coerente non solo con tutto ciò che da sempre il The Cage vuole essere ma anche con l’animo aperto, accogliente, liberale e profondamente dissacrante della nostra Livorno”.

Il 4 marzo dalle 22 al The Cage, in via del Vecchio Lazzeretto 20, 57128 Livorno, suonerà Bello Figo Swag e noi saremo lí a dare il nostro supporto agli organizzatori e a documentare il momento in cui qualcuno ha deciso di dire no alle minacce, no alla mafia, no al fascismo di destra e di sinistra, no all’intolleranza.
A 40 anni esatti dall’uscita di “God Save The Queen“, torniamo ad essere punk!

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