Più o Meno Natale, 4 Dicembre: Grizzly Bear – Painted Ruins

A cura di Paolo Cunico

Durante l’anno ci siamo occupati molto poco di recensire dischi al di fuori di quelli nostrani e non volevamo chiudere il 2017 così. Vogliamo quindi proporvi una sorta di calendario dell’avvento dove ogni giorno vi regaliamo una breve recensione di un disco straniero uscito quest’anno descrivendo anche a chi potreste regalarlo.
Questa non vuole essere una classifica e non vuole nemmeno essere un’opera omnia su quanto uscito quest’anno, sono solo un po’ dischi che ci sono piaciuti e che vogliamo condividere con voi!

4 Dicembre: Grizzly Bear – Painted Ruins

  1. Wasted Acres
  2. Mourning Sound
  3. Four Cypresses
  4. Three Rings
  5. Losing All Sense
  6. Aquarian
  7. Cut-Out
  8. Glass Hillside
  9. Neighbors
  10. Systole
  11. Sky Took Hold

Dopo 5 anni dal loro ultimo disco i Grizzly Bear tornano con Painted Ruins, quinto album per la band di Brooklyn. Un indie rock condito da suoni che richiamano alla psichedelica, un po’ Tame Impala e un po’ The National, per un risultato irresistibile.

Painted Ruins è un disco che si adatta ad ogni situazione: lo si può lasciare in sottofondo e farsi trascinare dalle melodie della chitarra, che si sposano perfettamente con la voce calda e potente di Ed Droste. Oppure si può alzare il volume ed apprezzare i synth e la sessione ritmica che porta dritti dritti nella psichedelia, una componente che aumenta anche con il passare delle tracce.

Se Morning Sound suona molto dritta, senza troppi fronzoli, già da Three Rings i sintetizzatori occupano sempre più frequenze cullandoci dolcemente in un mondo tranquillo, rilassato e affettuoso. Questo trasporto continua, fatalità, in Loosing All Sense, che contrappone un intro e una fine ritmata ad una parte centrale estremamente sognante. Uno di quei sogni che ci fanno dormire con il viso rilassato, disteso, con la mente lontana dalle tensioni quotidiane; un po’ come in quelle foto scattate da bambini, mentre dormivamo beati nella culla.

A questo punto del disco si è ormai completamente nelle mani, o nelle note, dei Grizzly Bear, perché Aquarian è un arcobaleno di suoni magnifici che fanno volare la mente lontano da quello che ci circonda. Uno status dal quale nemmeno Cut-Out e la sua batteria aggressiva e vigorosa possono risvegliarvi.

Si arriva poi a Neighbors, dove l’accompagnamento della chitarra acustica ai giochi di delay e cori è semplicemente perfetto, un’opera d’arte che conferma questo disco come uno dei migliori dell’anno.

 

 

Un regalo perfetto per…

A causa di un’assenza di cinque anni, in molti potrebbero non aver mai sentito parlare dei Grizzly Bear, nonostante la loro eccellente produzione musicale. Questo aspetto lo rende il regalo perfetto per un amante dell’indie rock, sopratutto se in astinenza da Tame Impala: non solo gli regalerete un gran disco, ma potreste addirittura sorprenderlo con una band che lo porterà a chiedersi come non abbia fatto a scoprirla prima. Ma in realtà è un disco così ben fatto che anche il parente più nostalgico degli anni ’70 dovrà ammettere che, nonostante tutto, oggi esiste ancora qualcuno che fa bella musica.

 

Informazioni su Paolo Cunico 71 articoli
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.