#piuomenointerviste: un “microfono” per le novità – L’INTROVERSO

Photo Credits: Federica Rossi D'Arrigo

A cura di Simona Luchini

Una fotografa curiosa decide di incontrare artisti emergenti e talentuosi cui porre 10 domande per conoscere meglio ogni volta una band diversa: questo è #piuomenointerviste: un “microfono” per le novità.

 

L’Introverso nasce nelle distorsioni di un quartiere della periferia sud di Milano, la Barona. Lontano dal Duomo, ma nel silenzio caotico di un luogo che sta ai margini.

Ecco cosa mi hanno raccontato Nico Zagaria e Futre, rispettivamente cantante e bassista de L’Introverso

 

Photo Credits: Federica Rossi D’Arrigo

 

Quando nasce il vostro gruppo e a cosa si deve il suo nome?

Futre: Il nostro gruppo nasce fra i banchi di una scuola superiore nella periferia di Milano e cresce in ex celle frigorifere trasformate in sale prova. Il nome lo dobbiamo a un nostro caro amico che, ascoltando il suono del primo lavoro, ci ha suggerito quest’aggettivo che secondo lui descriveva bene il nostro immaginario.

Una parola che caratterizzi ognuna delle tracce del vostro album

Nico:
Tutto il tempo: ripartenza
Manie di grandezza: riscatto
Il finestrino: sesso
Stomaco: emozioni
Uguali: tranquillità
Prima o poi: pensieri
Solo questa notte: movimento
Ti odierai: intensità
Mi rialzo: forza
Estranea: malinconia
Una primavera: rinascita

La canzone che amate di più del vostro album

Futre: Come si dice spesso, le canzoni sono come dei figli, quindi non ci sono canzoni preferite. Soprattutto non possiamo dirlo in pubblico, altrimenti proprio come dei figli ci rimarrebbero malissimo, comincerebbero a drogarsi e ci porterebbero solo grossi problemi.

Come definite la vostra musica e quali sono gli artisti che vi ispirano di più?

Nico: La definiscono indie pop-rock, ma per noi è ovviamente di più. Siamo influenzati molto dall’attitudine delle band, più che dalla musica in sé. Al di là degli strumenti suonati, al di là del grado di distorsione delle chitarre, al di là del genere: se sentiamo sincerità, vera espressione di sé, ci stimola e ci ispira. Questo l’abbiamo trovato, da ragazzini, nelle band inglesi anni Novanta e i primi Duemila, ma anche in Italia con gli Afterhours, per esempio. Oggi la scintilla iniziale può ispirarcela qualsiasi pezzo di qualsiasi genere, poi naturalmente questa scintilla la facciamo diventare fuoco a modo nostro.

Cosa pensate del panorama musicale attuale?

Nico: Quello cosiddetto indie, più vicino a noi, sta vivendo un momento particolare. Alcuni sono passati al mainstream, chi vendendo l’anima al diavolo, chi rimanendo se stesso. Ci sono tante proposte simili, ma anche tante cose interessanti. Sicuramente è bello vedere che, grazie ai rapper e alla nuova ondata indie, a emergere sia chi ha fatto la gavetta, misurandosi con i palchi piccoli e crescendo piano piano, rispetto al periodo in cui in radio
c’era posto solo per chi usciva dalla scorciatoia illusoria dei talent show.

Se poteste viaggiare nel tempo dove vorreste andare?

Nico: Ritornerei a qualche anno fa, andrei dai ragazzini che eravamo quando abbiamo iniziato a suonare e direi loro: “Non diventerete la più grande band del mondo come pensate adesso, non vincerete nessun Grammy Awards. Farete una fatica assurda anche a farvi notare in Italia, ma il punto è che queste cose non sono così importanti. Grazie a queste fatiche, alle soddisfazioni e alle delusioni, questo percorso contribuirà a conoscere voi stessi e a trovare la vostra identità e il vostro posto nel mondo. Ma proprio qui, dove siete adesso.” Anzi, non direi niente. Lo scopriranno da sé.

Se poteste scegliere di collaborare con un particolare artista internazionale, chi sarebbe e perché?

Futre: Senza dubbio i fratelli Gallagher. E’ grazie agli Oasis che abbiamo cominciato a suonare ed è grazie a loro quello che siamo musicalmente.

Una domanda che faccio sempre agli artisti in promozione: perché una persona dovrebbe ascoltare il vostro disco?

Nico: Perché siamo persone normali e parliamo di cose comuni, in cui possono ritrovarsi in tanti. Ma pensiamo di farlo in modo personale.

Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati per il futuro?

Futre: A breve entreremo in studio per registrare il nostro terzo disco, sentiamo che potrebbe essere il più intenso ed ispirato, vogliamo che sia la cosa più bella che abbiamo mai fatto.

Cosa avete in mente per il futuro? Tour, concerti.. dateci tutte le info per potervi seguire!

Futre: E’ tutto legato al prossimo disco. Siamo spinti da un’esigenza che ci dà forza, carica e ispirazione ogni giorno. Siamo concentrati e abbiamo voglia di tradurre in musica tutto il casino e le emozioni che abbiamo vissuto negli ultimi tre anni.
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