Una bulimia emozionale: intervista ad Enzo Moretto degli …a toys Orchestra

Intervista a cura di Renata Rossi

 

© Silvia Rivetti

(c) Silvia Rivetti

Abbiamo bisogno di emozioni sincere, di vivere la vita e la musica al ritmo del battito del nostro cuore…

“lub dub” è il titolo dell’ultimo album degli …a toys Orchestra, sempre capaci di unire dolcezza e grinta, una vera altalena emotiva dalla quale non si vorrebbe mai scendere (qui la nostra recensione).

Dal vivo ciascun pezzo diventa un gran singolo: le chitarre si trasformano in pura passione rock, le splendide armonie vocali tra Enzo, Ilaria e Raffaele diventano intarsi emozionali. I cinque musicisti mettono tutta la loro passione sia durante la composizione musicale che nell’esibizione live. Abbiamo voluto dare voce alle nostre emozioni, chi avrebbe potuto aiutarci meglio se non Enzo Moretto, cantante della band di Agropoli?

 

 

Abbiamo atteso quattro anni per ascoltare un nostro nuovo lavoro. Come sono stati? Che importanza hanno avuto le vostre esperienze personali nella stesura ultima delle canzoni?

Sono stati quattro anni intensi. A loro modo molto strani perché lunghissimi ma al contempo sono volati. Devo ammettere che non si è trattato di un periodo semplicissimo per me. Ed è per questo che ad un certo punto l’esigenza di ritrovarci a scrivere è stata quasi un’ urgenza. Questo disco è venuto fuori da solo… quasi senza sforzo, perché era ormai maturo dentro da tempo, e aspettava solo di essere liberato. In questi anni abbiamo anche collaborato con Nada, reinterpretando e portando dal vivo il suo repertorio. Cosa che ha di certo aggiunto un tassello alle nostre esperienze artistiche, ma che a onor del vero non ci ha direttamente influenzati dal punto di vista strettamente musicale.

 

Il disco è intriso di una malinconia profonda, che troviamo anche nei vostri precedenti lavori ma che qui è più intensa. È una scelta stilistica o è semplicemente “venuto fuori così”?

La ballad malinconica è un po’ il marchio di fabbrica dei Toys. Il nostro pubblico si è affezionata a noi soprattutto per questo nostro aspetto peculiare caratterizzante. Viene fuori in maniera del tutto spontanea, quando più e quando meno. In vero non ci siamo fatti mai mancare nulla, nel senso che siamo stati sempre liberi di sfruttare ogni tipo di colore per le nostre canzoni. Per questo disco però i toni scuri e soffusi sono sì frutto di una scelta, ma che era dettata da una forte e spontanea volontà interiore. Per cui direi che è stata “una scelta stilistica venuta fuori così”.

 

“I need more than I need” così recita la vostra prima canzone che è quasi un urlo, una richiesta di aiuto. Di quale bisogno, necessità, parli in questa canzone e in quest’album?

Beh… trovo sia un po’ la chiave di lettura dei miei tormenti interiori. E come me probabilmente tantissimi altri troveranno difficile trovare un senso di appagamento o di completezza, soprattutto sotto l’aspetto emotivo. E’ una sorta di bulimia emozionale. Il volerne sempre di più. Certo, non è il testo più allegro del mondo, ma non ha per forza di cose dei connotati depressivi. In un certo senso “aver bisogno più di quanto si ha bisogno” è una forma di ambizione, di lungimiranza… del non volersi accontentare. Il non bastarsi può essere uno slancio in avanti molto più forte rispetto al dormire sonni tranquilli.

 

La vostra musica ha una stretta correlazione col cinema, vuoi per la partecipazione di vostri brani all’interno di diversi lungometraggi, vuoi per la qualità altissima dei vostri videoclip, che spesso sono dei veri e propri cortometraggi. Avete mai pensato di scrivere una vostra colonna sonora per un film?

In realtà scrivere una colonna sonora è la cosa che più mi piacerebbe fare al momento. I dischi di canzoni sono in un certo senso più accostabili alla fotografia, mentre le colonne sonore sono come la pittura. Spero accada presto di poter “dipingere” qualcosa.

 

L’anno scorso ho avuto la fortuna di seguirvi in tour con Nada. Non eravate un semplice supporto alla sua “immensa” musica, ma molto di più, i suoi pezzi avevano molto del suono “Toys”. Com’è nata questa collaborazione e che tipo di apporto musicale avete dato voi?

Ci contattò lei. La proposta di una collaborazione live ci sembro subito molto interessante e soprattutto intrigante perché per nulla scontata. Avevamo la possibilità di confrontarci con un repertorio incredibile. Non essendo però noi dei turnisti in senso letterale, chiedemmo come unica discriminante la possibilità di avere carta bianca nel rileggere il suono e la forma delle sue canzoni, reinterpretarle a modo nostro. Cosa che Nada accettò di buon grado e che ci ha portato ad un lungo ed emozionante tour.

 

Da sempre i dischi e i live sono per voi due dimensioni diverse, dal vivo siete più esplosivi ed energici. Come vi siete preparati per questo tour?

Beh, in questo tour abbiamo messo in scaletta oltre alle nuove canzoni anche tanti vecchi brani del passato che non suonavamo da tanto. Suonarli dal vivo dopo tanto tempo è stato come scoprirli nuovamente, per cui siamo carichissimi. Comunque sia, come tu dicevi, il live per noi deve imprescindibilmente contemplare energia, esplosività. Non bisogna risparmiarsi nulla. Scendere dal palco fradicio di sudore e senza più un briciolo di forze vuol dire solo una cosa: che è stato un gran concerto.

 

In queste prime date non eseguite tutte le canzoni di “Lub Dub”, pensate di farlo quest’estate? State provando altri nuovi pezzi?

Dopo sette dischi bisogna pensare per forza di cose di sacrificare qua e la qualcosa. Il nuovo disco è uscito da poco e vogliamo dare il tempo al nostro pubblico di familiarizzarci. Di sicuro aggiungeremo qualche altro pezzo man mano.

 

Nella stesura di una scaletta da eseguire dal vivo vi fate condizionare anche dal vostro pubblico? C’è qualche pezzo, magari più vecchiotto, che preferireste archiviare per un po’ ?

Come ti dicevo prima ne abbiamo già inseriti un bel po’ che non suonavamo da tanto. Beh, non direi che ci facciamo semplicemente “influenzare” dal pubblico, ma ad ogni modo cerchiamo di soddisfarlo. Alla fine il live si fa per questo. Di certo l’unica logica che applichiamo è quella della riuscita dello spettacolo, del funzionamento di un brano piuttosto che un altro, anche a costo di sacrificarne uno “famoso”. Ci teniamo che esista uno scambio emozionale e che le canzoni in scaletta arrivino dritte a orecchie e cuore. Talvolta capita anche con il più sconosciuto dei brani, se eseguito nel giusto modo, venga recepito tanto quanto brani più osannati. Il cavallo di battaglia invece ti concede il momento di relax e di goduria pura, ma il concerto va considerato in toto, e non ci si può permettere cali mai di tensione.

 

Questo vostro album, più degli altri, probabilmente, riscuoterebbe successo anche fuori dall’Italia, viste le sonorità che possiede. Avete in programma un tour in Europa? C’è un posto in cui non avete suonato e in cui vi piacerebbe farlo?

Non abbiamo ancora suonato nella parte orientale dell’Europa. Mi piacerebbe fare un giro tra Polonia, Repubblica Ceca, Bielorussia ecc.. Sono posti incredibili e amici ci raccontano di concerti fantastici da quelle parti. Anche la Scandinavia ancora ci manca. Deve essere bellissimo lì, magari non andarci in tour a Dicembre però.

 

Enzo, ormai la vita privata di noi tutti è diventata, causa social, pubblica. Allora una curiosità da parte mia, sei poi riuscito a smettere di fumare? Quanto è stato complicato?

Ho smesso da quasi un anno e mezzo. Smettere è stato abbastanza semplice. Il non riprendere invece è difficilissimo. Non c’è giorno in cui non ci pensi o che non lo desideri. Sono soddisfatto di me stesso per il traguardo raggiunto, ma sinceramente non mi sento per nulla fuori pericolo.

 

Mi piacerebbe conoscere qualcosa in più del nuovo progetto di Julian, Zyklus. Aprirà tutte le date del vostro tour?

Julian è un gran musicista. E’ un nostro amico di vecchia data nonché conterraneo ed ho voluto fortemente che si unisse ai Toys. Il suo progetto mi piace davvero moltissimo. Ricercato e di gran classe. Di livello non comune. Lo porterà dal vivo in apertura ai nostri concerti. Consiglio davvero a tutti di non perderselo.

Grazie e in bocca al lupo per tutto… a presto (speriamo)

Crepi! Grazie a te!

 

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