Quattro chiacchiere in compagnia dei La Municipàl, protagonisti del Filagosto Festival

© Giacomo Rosato

Il duo La Municipàl, formato dai fratelli leccesi Carmine e Isabella Tundo, nasce nel 2013 e da subito si mette in risalto grazie ad una musica pop d’autore che affronta i sentimenti e i temi quotidiani con leggerezza e spensieratezza. Nel 2016 esce il loro primo LP “Le nostre Guerre Perdute”, prodotto dallo stesso Carmine.
“Le nostre guerre perdute tour” vede La municipàl impegnata in numerose date e festival, che li porta a condividere il palco con artisti del calibro di Skunk anansie, Daniele Silvestri, I ministri , Subsonica.
Numerosi sono riconoscimenti all’album, che viene inserito in numerose classifiche tra gli album più belli del 2016, i singoli “Lettera dalla provincia leccese” e “George il mio ex penfriend” sono inseriti nella INDIE ITALIA, playlist di spotify con il meglio dell’indie italiano e “George il mio ex penfriend” arriva in TOP 10 della classifica VIRAL ITALIA.
Nel 2018 La municipàl dopo più di 150 date live pubblica l’EP “B SIDE”, il disco contiene dei brani scritti nel periodo di nascita della band che sono rimasti fuori dalla tracklist ufficiale de “Le nostre guerre perdute“.
A maggio il duo partecipa al Concertone del Primo Maggio di Roma e con il brano Lampadine si aggiudica il premio 1 m next, oltre al premio Siae, nuovo Imaie e premio Altoparlante. I ragazzi anche quest’estate sono in tour e il tre agosto saliranno sul palco del Filagosto Festival in apertura del concerto di Colapesce.

 

Renata Rossi ha fatto due chiacchiere col duo leccese per conoscerli meglio…

 

 

Ciao ragazzi. Come va? Come descrivereste questo momento per la vostra band? Non mi pare ci si possa lamentare, vero?
E’ un bel momento per noi, dall’uscita di “Le nostre guerre perdute” non ci siamo mai fermati, e ora lavoriamo al secondo album.

 

Italian Polaroid, il vostro nuovo pezzo che ho appena ascoltato, racconta la storia di un’avventura estiva, che si trasforma in un sentimento più forte, mi pare di capire. Parlare d’amore, in tutte le sue sfaccettature non stanca mai, e chiunque riesce a sentirsi protagonista dei vostri pezzi…
Si, in realtà il brano parla anche di un aborto clandestino, ma mi piace mascherare nel testo delle storie un po’ particolari, e lasciare quindi libera interpretazione all’ascoltare, affinchè ognuno possa buttarci dentro la propria storia.

 

“I Mondiali del ’18”, la vostra canzone dolce-amara, ha reso forse meno triste per alcuni l’assenza dell’Italia dalla competizione calcistica. Com’è nato questo pezzo?
E’ uno di quei brani usciti di getto, avevo un nodo alla gola da qualche settimana, e buttare giù quel testo mi è servito a mandare giù il magone, poi ovviamente quella del calcio è una metafora sulla vita e si è incastrato anche temporalmente con la fase finale dei mondiali.

 

Con “I Mondiali del ’18”, La Municipàl è entrata nella Viral 50 Italia di Spotify, ma sono tanti i premi e le soddisfazioni che vi siete presi in quest’inizio carriera che vi auguro sia lunghissima. Cos’è che vi rende più fieri e consapevoli di un lavoro fatto bene?
Questo non lo so, quando scriviamo e lavoriamo i nostri pezzi, cerchiamo prima di tutto di essere noi stessi e raccontarci con verità, quello per me è un lavoro fatto bene, essere sinceri.

 

Tante date su e giù per lo Stivale, ve ne saranno capitate di ogni. Chissà quante cose avrete da raccontare. Cosa vi ha divertito di più? Cosa non dimenticherete mai?
I momenti più divertenti sono sicuramente quelli passati nelle cene pre concerto, siamo delle buone forchette e diciamo che amiamo assaggiare i sapori tipici di ogni luogo in cui suoniamo, soprattutto i prodotti vinicoli.
Un ricordo fortissimo invece è quello della nostra prima data a Roma, teatro Quirinetta, dove inaspettatamente al primo pezzo tutto il teatro cantava le nostre canzoni, ed è stato inaspettato per noi, ma molto bello.

 

Sarete tra i protagonisti del Filagosto Festival. Com’è partecipare ad un festival, essere parte di una festa che vede coinvolti altri artisti e tanto pubblico?
Credo sia il modo più sano e bello di confrontarsi musicalmente con altre realtà, sentire suonare altre band, il contatto con il pubblico, la condivisone del palco e degli spazi con altre realtà con le quali puoi mischiarti e imparare tanto.

 

Qual è in assoluto il pezzo o l’album che vorreste aver scritto voi o quello che non vi annoiate mai di ascoltare?
Ce ne sono tantissimi, amiamo tanti generi imusicali differenti e non riesco a racchiudere questa risposta in una cosa sola, in questi giorni sono a ruota di DIMARTINO, credo sia uno dei talenti musicali più cristallini di sempre.

 

Quali sono i vostri programmi per il futuro?
Continueremo con un tour autunnale conla ristampa de “Le nostre guerre perdute” e poi a gennaio usciremo con il nuovo album e tour.
Nel frattempo pubblicheremo qualche singolo come anteprima dell’album.

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