“È un momento difficile, tesoro” ma Nada ci salverà!

NADA

È un momento difficile, tesoro
(Woodworm Label / distr. Artist First)

A cura di: Antonio Bastanza

TRACKLIST

01 – È un momento difficile, tesoro
02 – All’ultimo sparo
03 – Due giorni al mare
04 – O Madre
05 – Dove sono i tuoi occhi
06 – Disgregata
07 – Stasera non piove
08 – Macchine viaggianti
09 – Lavori in corso
10 – Un angelo caduto dal cielo

Raccontare il nuovo disco di Nada, l’atmosfera che si respira, il senso finale delle 10 canzoni che la cantante toscana ha registrato a Bristol assieme a John Parish, è impossibile senza partire dalle parole che lei stessa usa per descriverlo.

…dieci canzoni nate negli abissi del mio nero profondo, per poi misteriosamente raggiungere i colori e la leggerezza del pensiero, finalmente libero di andare dove portano sentimento e ragione che si uniscono per diventare tutt’uno.

Non esiste un modo migliore per descrivere la doppia natura di un lavoro dolceamaro, scritto e cantato con l’intensità e l’incredibile capacità interpretativa che rende Nada unica nel panorama musicale italiano. Questa sospensione tra il racconto del malessere che l’assenza, le continue battaglie che la vita ci mette davanti, i conflitti irrisolti con i propri cari, per citare solo alcune delle tematiche affrontate, e la necessità di raccontarle colorandole di ironia e speranza, senza lasciare che ci trascinino nel fondo di un precipizio, è la forza di un lavoro che per questo e per la sua palese atipicità compositiva affascina e conquista.

La chimica che si è creata tra Nada e John Parish è qualcosa di non facilmente ripetibile e, senza alcun dubbio, il lavoro del produttore inglese, che qui suona praticamente tutti gli strumenti, esalta il talento della cantante toscana, che a sua volta si dimostra artisticamente in stato di grazia.
L’incipit è bruciante, con la title track, brano vibrante e intenso, triste e ironico, e la seguente “All’ultimo sparo”, brano che gioca sul rapporto padre/figlio per raccontare la ciclica incapacità dell’uomo di distruggere con la guerra ciò che ha faticosamente costruito con l’amore, che lasciano un segno nell’animo di chi ascolta.
Se “Due giorni al mare” è una delicata ballata molto sixties sulla solitudine e “O Madre” rappresenta un intenso, e forse inevitabile, confronto con la propria genitrice, arricchito dalla tromba di Pete Judge dei Portishead, il primo singolo estratto dal disco “Dove sono i tuoi occhi” rappresenta il brano più immediato e incisivo di tutto l’album, una canzone folgorante e calda sul tema dell’assenza, con Nada che passa dal recitato al cantato, in un crescendo trascinante.
Il brano successivo, “Disgregare“, sorprende con un finale in cui la cantante toscana finisce quasi col rappare in inglese, cui seguono “Stasera non piove“, una sorta di blues malato e malinconico, “Macchine Volanti“, e “Lavori in corso“, una ballata “leggera come l’anima nella sera/che ha perso la sua strada/ma cerca un’atmosfera“.
La conclusione, con “Un Angelo Caduto dal Cielo“, citazione non certo involontaria che non sarà sfuggita a nessuno, è un  canto pieno di forza ed emozione, una attestazione di esistenza, un inno alla vita e alla volontà di non arrendersi che è struggente e allo stesso tempo rasserenante, ancora una volta dicotomico come tutto il disco.
Nada si conferma ancora una volta unica e inarrivabile, un’artista che non ha bisogno di “effetti speciali” per colpire al cuore chi la ascolta, impavida nel mettersi a nudo nelle storie che racconta e con un carisma che in pochi, nel panorama musicale italiano, hanno.
Privo di fronzoli, di inutili barocchismi musicali, essenziale negli arrangiamenti, “È un momento difficile, tesoro” è un perfetto esempio di come si possano fare dischi emozionanti e accattivanti senza utilizzare artifici, espedienti da produttori seriali di canzoni, forzature buone solo per mascherare mancanza di ispirazione.
Teniamocela stretta e auguriamole lunga vita perchè di artisti come lei, che ci regalano dischi strabordanti di ispirazione, di talento, di forza e di coraggio, ne abbiamo un fottuto bisogno: magari certe sedicenti primedonne (o “primiuomini” perchè non è certo questione di genere), cui magari non mancheranno le qualità ma che probabilmente trovano più vantaggioso impegnarsi a fare storie su Instagram, ne seguissero l’esempio…

 

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