IN FIAMME! FRANZ FERDINAND @Cavea del Teatro del Maggio Musicale – Firenze

A cura di Marlene Chiti

 

FIRENZE 11/07/2019

 

Il sole è ancora alto quando verso le 2030 risalgo la lunga scalinata che porta alla Cavea del Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, splendido spazio finalmente recuperato ai concerti dopo la breve parentesi che nel  2012 l’aveva visto protagonista di alcuni degli eventi principali dell’estate fiorentina di allora.

Giusto il tempo d’apprezzare con un colpo d’occhio le  gradinate già stracolme di gente e di trovare un posticino che il palco comincia ad animarsi e quattro figuri in completi colorati attaccano a suonare. 

 

I quattro figuri sono i Mini Mansions, gruppo formato da Michael Shuman, già bassista dei Queens of The Stone Age e Tyler Parkford e Zach Dawes, in forza anche ai The Last Shadow Puppets, creatura secondaria di Alex Turner degli Arctic Monkeys.

Shuman, qui alla chitarra, e Parkford, alle tastiere, si alternano alla voce e se le ritmiche, che devono pesante tributo alle band succitate, sono a tratti piacevoli, a mancare è un po’ di personalità. 

Meglio i brani dove alla voce guida Shuman, come l’iniziale Freakout! e interessanti le alchimie fra synth anni 80 e chitarre in Bad Things ( That Make You Feel Good) e la finale Mirror Mountain che chiude un set piacevole ma che non si discosta dalla medietà, seppur piuttosto apprezzato dal pubblico presente.

Il tempo di un veloce cambio palco e alle 22 si presentano sul palco i Franz Ferdinand

Alex Kapranos, un quarantasettenne vestito da ragioniere con la faccia e l’entusiasmo di un ragazzino, prende subito  per mano il pubblico attaccando come pezzo d’apertura Walk Away seguito da Stand on The Horizon e Glimpse of Love. Nemmeno il tempo di assestarsi nelle posizioni che Kapranos decide di buttare all’aria il servizio d’ordine invitando il pubblico a portarsi più vicino, sottopalco. La Cavea è un moderno anfiteatro a gradoni col palco posto in basso, raso pavimento, e non sono previste transenne, il che significa che la gente si riversa in basso tanto vicino da essere quasi sul palco, annullando la distanza pubblico artista. Da questo momento in poi, nonostante i ripetuti tentativi della sicurezza di richiamare Kapranos per convincerlo ad invitare le persone a tornare al proprio posto, il concerto si svolgerà a stretto contatto, senza che peraltro si verifichi il minimo problema. 

Le successive No You Girls, Right Action e The Dark of the Matineè sono accolte con sempre maggiore entusiasmo. 

L’ultimo lavoro in studio Always Ascending è uscito più di un anno fa e ha già goduto di un proprio tour promozionale, il che permette alla band di strutturare la scaletta di questi concerti estivi con grande libertà e pare che si sia deciso di optare per la formula “greatest hits”, con gran parte dei pezzi, sei,  estratti dal primo album omonimo del 2004, quattro da Right Thoughts Right Words Right Action del 2013 e gli altri ripescati a coppia dai restanti  lavori. 

In concerto, l’imperativo dei Franz Ferdinand è farvi smuovere il sedere, partecipare, il suono è corposo, le chitarre più in primo piano rispetto ai lavori in studio, la parte ritmica sostenuta e il pubblico reagisce benissimo, saltando, accompagnando con battimani e cori tanto che sentiamo il pavimento della Cavea “danzare” assieme a noi. 

Salvo una parentesi di tranquillità su Lucid Dreams, è un continuo crescendo d’entusiasmo: Do You Want To, Darts of Pleasure , Michael, la più recente Always Ascending e Ulysses completano la prima parte del set.

Durante il breve intervallo prima del bis, la sicurezza tenta ancora di convincere il pubblico a riportarsi a posto, minacciando anche di non far riprendere il concerto. In realtà basta l’attacco di Jacqueline a riportare tutti sotto e Take Me Out è un tripudio, tutta la Cavea salta come un sol uomo; Love Illumination e la successiva, dilatata, This Fire chiudono uno dei concerti più divertenti e spensierati della stagione fino a questo punto.

I Franz Ferdinand suonano per farvi ballare e divertire, se ne avrete l’occasione, non perdeteli.

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