La solidarietà nella musica è capace di asciugare lacrime: intervista a Sem&Stènn

 

Vogliamo raccontarvi, purtroppo, l’ennesimo episodio di razzismo e sessismo avvenuto durante un concerto: la musica che dovrebbe avvicinare, prendere posizioni, unire, diventa ancora una volta scenario di odio e razzismo, dimenticando di avere una grossa responsabilità, quella di  creare cultura e valori.

La natura antirazzista fa parte proprio della musica rap, è insita nel suo DNA visto che  questo tipo di cultura nasce in contesti politici, in America con la protesta degli afroamericani e in Italia con le posse. Tuttavia succede che, in un momento di estrema crisi di valori etici e morali come quello che stiamo vivendo, sono proprio rap e hiphop a spopolare in Italia inglobando masse di individui che, di quella cultura, ne ignorano le fondamenta. Queste persone, che sono certamente una minoranza, ascoltano i dischi, vanno ai concerti e proprio in quelle occasioni, quando si trovano in gruppo, nel branco becero di cui fanno parte, manifestano tutti i loro sentimenti razzisti e fascisti.

Diventa compito degli artisti, alzare la voce, farsi sentire, abbattere il muro di omertà e superficialità che in tanti cercano di innalzare.  Qui vi parlavamo di due rapper che hanno voluto prendere una posizione ben precisa, Principe e Kento, perché l’hip hop è un veicolo importante per diffondere messaggi, è “una responsabilità condivisa”.

La solidarietà  nella musica è capace di guarire ferite, di asciugare lacrime, di trasmettere messaggi importanti e positivi a tutti, specialmente ai più giovani.

Succede allora che, l’episodio razzista che vede come protagonista CRLN in apertura del concerto di Gemitaiz, durante l’Indiegeno festival dello scorso anno, diventa occasione di amicizia e solidarietà.  Sem&Stenn, un duo elettro-pop sincero e anticonformista, che continua a regalare energia e buona musica anche dopo l’esperienza di X-Factor, esprime tutta la propria indignazione all’indomani dell’increscioso episodio:

All’ Indiegeno festival CRLN è stata trattata esattamente come siamo trattati noi al Wired Next Fest: insulti, gestacci, odio senza senso.
Chiediamo a Gemitaiz di educare il suo fanbase al rispetto per le donne, per la comunità lgbt, per gli artisti molto diversi da lui.

E non finisce qui… Un anno dopo Sem&Stenn decidono di incidere un pezzo con la giovane cantante… Il brano, possiamo affermarlo a gran voce, è davvero una bomba.

Mentre lo ascoltate piangendo e ballando, leggete l’intervista a cura di Renata Rossi.

 

Il 28 novembre è uscito il vostro nuovo singolo feat CRLN “Ho pianto in discoteca”. Lo chiedete ai vostri fan, ma vorrei saperlo da voi: il pezzo fa versare più lacrime o ballare?

Mettiamola così: siamo in un club, abbiamo appena pianto e il dj mette su il pezzo. Iniziamo a ballare mentre ancora le lacrime scendono e riempiono il nostro bicchiere di vodkalemon

 

Cos’è che fa piangere Sem&Stenn?

Le persone basic

 

Quando è nata la vostra amicizia con CRLN? Sappiamo che da subito vi siete schierati a favore del rispetto delle donne, a seguito del brutto episodio accaduto a CRLN in apertura del concerto di Gemitaiz, durante l’Indiegeno festival dello scorso anno. Volete raccontarci cos’è successo?

È nata in quell’occasione, a riprova che da quell’episodio sia nato anche qualcosa di buono. Non abbiamo mai creduto troppo nella solidarietà tra artisti in Italia perché c’è molto opportunismo e se ti esponi è sempre un rischio. Ci sono cose però su cui non puoi passare oltre e stare zitto. Molti l’hanno fatto, noi no.

 

Il clima di razzismo, sessismo, indifferenza verso le minoranze che sta crescendo in Italia non favorisce chi  da sempre difende la comunità gay e un certo tipo di musica e di scelte espressive. Vi capita spesso  di essere protagonisti di episodi violenti e cattivi? Come reagisce il vostro pubblico?

Più che un problema di episodi, veniamo spesso privati di opportunità. I piani alti della musica sono pieni di gente vecchia, che non capisce cosa vuol dire fare arte nel 2019. Per fortuna il pubblico è molto più pronto di quel che pensano lá sopra.

 

Quale dev’essere la responsabilità di un artista nei confronti dei propri fan? Non credete sia colpevole il silenzio di chi non denuncia comportamenti scorretti?

Abbiamo la possibilità di cambiare le cose, di comunicare messaggi positivi. Perché non farlo? Se scegli di non dissociarti da fatti/eventi dei tuoi fan, potrebbe nascere il sospetto che forse anche tu la pensi così. Se non intervieni perché non ti conviene, nasce il dubbio che per i soldi potresti fare qualunque cosa. Non proprio edificante.

 

Ve l’avranno chiesto in tanti, ma ve lo chiedo anch’io: cosa vi ha lasciato X-Factor? Che tipo di esperienza è stata? Lo rifareste e lo consigliereste a giovani band come la vostra?

Una bellissima esperienza in se e per se. Lo è stato per quell’edizione, in quel preciso momento della nostra vita. Lo consiglieremmo agli altri? Non lo sappiamo. È una cosa soggettiva. Forse il consiglio è di stare attenti al dopo.

 

Quanto conta il look, l’apparire per un artista? Sembrerebbe che voi curiate ogni particolare, non solo da punto di vista musicale, siete impeccabili…

Ci teniamo molto a fare le cose bene.  Non è obbligatorio, a molti forse non interessa nemmeno. La forza di un artista sta molto anche nella sua estetica.

 

Quali sono i vostri programmi per il futuro? Altre interessanti collaborazioni?

Si ci sono molte cose in ballo. A gennaio partiamo in tour e pubblicheremo presto il nuovo album.

 

 

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