Bugo ce l’ha fatta: è entrato nel giro giusto!

 

A cura di Renata Rossi

 

“Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero”

si chiedeva Vasco Brondi nel suo fortunato album d’esordio.
Oggi che sono passati 20 anni dall’inizio del nuovo secolo, la musica di quegli anni cosa ha lasciato in Italia?
Sicuramente, in un periodo di crisi fortissima anche musicale (proprio in quegli anni le vendite dei dischi hanno subito un tracollo vertiginoso) ci sono state tantissime canzoni, spinte, numericamente parlando, dalla nuova era digitale che ha favorito un facile accesso alla musica. Senza un trend preciso, col vento grunge anni ’90 che sta finendo di soffiare, il pop rock inglese che dai noi non decolla, l’indie italiano abbraccia stili e gusti diversi.

Tra tutti, Verdena, Benvegnù, Pertubazione, Baustelle, Zen Circus, …a Toys Orchestra, Giardini di Mirò verranno ricordati per album che si impongono come pietre miliari della musica italiana. Questo mentre i “vecchi” gruppi anni ’90 proseguono nelle loro esplosioni rock e il cantautarato italiano continua il suo percorso indenne.

Tra i tanti musicisti di quegli anni in molti o in pochi, non lo so, ricorderanno questo nome: Bugo, all’anagrafe Cristian Bugatti. L’espressione strampalata di chi non sa perché si trova lì, un modo naïf di scrivere canzoni, una certa capacità di esplorare in modo disilluso e ironico il malassere dell’epoca e qualche comparsata sull’allora amatissima MTV, fanno si che si inizi a parlare di questo cantautore stravagante che qualcuno oserà addirittura paragonare a Beck.
Ora, prima di arrivare ai nostri giorni, un bel ripasso delle hit più famose del nostro Bugo ci vuole.

La prima gratta “Solitario”

La terra gira, hai la nausea
ognuno pensa a fare pausa
le stringhe stringono forte
e tu ti senti un solitario

 

 

 

Io mi rompo i coglioni “Dal lofai al cisei”

Quando mi butto giu’ non faccio le flessioni
Non guardo neanche la tv
Perche’ mi rompo i coglioni

 

 

Nel giro giusto “Contatti”

fammi entrare per favore
nel tuo giro giusto…
ho bisogno di socializzare
di uscire dal mio guscio…

 

Quello di Bugo è stato un percorso musicale magari di qualità ma non sempre convincente, sospeso tra nicchia e mainstream con una chiara difficoltà di emergere e di farsi conoscere dal grande pubblico, di far uscire una vera identità musicale che potesse unire il talento un po’ sghembo dell’artista milanese col giustamente ambìto successo commerciale.

Questo fino allo scorso Sanremo…

Abbiamo visto e letto di tutto, il duetto poco felice con Morgan, che durante la diretta dall’Ariston stravolge il testo della canzone scritta da Bugo si trasforma in un vero e proprio caso nazionale.
Bugo non è più un ragazzo semisconosciuto, un cantante energente di buone speranze ma è finalmente un vip, un artista, un cantante affermato che tutti vogliono intervistare e avere come ospite nelle proprie emittenti televisive.

E il nuovo album, Cristian Bugatti”, uscito proprio in questi giorni? Come ci è sembrato?
Il nostro Bugo, che a suo dire si sente ancora un alieno come afferma in un suo pezzo

Che ci faccio su questo pianeta
Sono un alieno
Ma non mi dite che questa è vita
Tra le zanzare e ritmo latino
Il cocktail con l’ombrellino
Sono un alieno

è invece entrato perfettamente nel giro giusto.
Un ingresso d’onore in “Mescal” e canzoncine yeah che strizzano tutte l’occhio a Sanremo e possono essere tranquillamente canticchiate dopo un solo ascolto. Che male c’è a scrivere un disco pop facile e pulito, prodotto da un certo Andrea Bonomo già autore di musiche e testi di Eros Ramazzotti, Nek, Emma Marrone, Le Vibrazioni, Alessandra Amoroso?
Quale musicista sconosciuto non sognerebbe di cantare una canzone scialba con Ermal Meta?

Un solo favore ragazzi, nessuno osi più paragonarlo a Beck, vi prego!

 

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