After Crash: Cinematic Post – Pop

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After Crash – #Lostmemories(2016) -Collettivo HMCF-Musek/EPM

Esce per Collettivo HMCFMusek/EPM l’atteso “#Lostmemories”  degli  After Crash registrato e mixato  da  Andrea  Sologni  (Gazebo Penguins).

Il  duo  italiano  è  composto  da  due  amici:  Everlasting  boy   e  Comakid,  il  progetto nasce  nel  2005  e  si  divide  tra  Londra  Bologna. La  tavolozza  sonora è  infatti  di respiro  internazionale, ampia  e variegata, i nostri  infatti  scivolano  eleganti  tra  ampie sonorità  elettro/acustiche  di  stampo  Post-Pop/Rock, Ambient, Orchestrale  fino  a  veri  e propri  anathems  di  musica  elettronica  moderna, il  tutto condito da grande gusto per melodie e arrangiamenti. Il progetto è quasi tutto strumentale se si escludono alcuni interessanti  ospiti  e  diversi  samples  vocali  che  colorano  il disco  in  alcune  tracce. Gli artisti  di  riferimento  per  capire  le  loro  coordinate  musicali  sono i  più  disparati, mi vengono  in  mente  citandone  alcuni in ordine casuale: Jon Hopkins, Radiohead, Telefon Tel Aviv,  Slint,  Massive Attack, Brian Eno ,  Mogwai  e  molti  altri, va  detto  che  più  che influenze  sono  sfumature  lontane, i  ragazzi  infatti  creano musica che vive in un  suo mondo coerente ed originale.

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Il  disco  è  composto  da  tanti  piccoli  “gioielli”  che  si  susseguono  muovendosi  tra atmosfere  più  riflessive  ed  eteree  ed  altre  più  evocative  ed  intense, si  comincia con “We Leave”  e  la  sua  intro  evocativa  a  metà  tra  i  Coldplay  e  i  Daft Punk  più intergalattici,  la  strofa  prosegue  melodiosa  e  chitarristica, le  drum  machines  incalzano eleganti, i  polifonici  creano  una  texture  di  accordi  modulati  ritmicamente  dagli  LFO fino  ad  un  momento  di  calma  riflessiva  per  poi  ripartire  in  un  bel  crescendo  che esplode  nel  leitmotiv  ballabile  e  ascendente  della  canzone. “Texture in Pecture”  l’intro a  sequencer  sembra  nato  da  un  featuring  spaziale  tra  Moby  Thom Yorke  il  pezzo prosegue  intenso  tra  arpeggi  e  ritmi  spezzati, la  struttura  in  crescere  è  matematicamente  sofistica  con sonorità  sognanti  e  melodiose. In  “Don’t Change For Me”  i  samples vocali di  una  voce  femminile  ottimamente  programmati  caratterizzano  un  brano notturno e  soffuso,  electro-ballad  ai  confini  tra  Alternative  Pop   e  Chill  Out,  in  cui  arabeschi di chitarre  si  intrecciano  a  sintetizzatori, piani elettrici  e  batterie  campionate sono in  stile Trip Hop,  il   finale   è   fragoroso  e  si  impenna  in  un  muro   di   chitarre   Post-tutto.  E’  il momento  di  “Leica”  accompagnata  dalla  calda  voce  di  Mark Borgazzi  che  ricorda  un Seal  d’ annata, caratteristica  che  dona  un  sapore  Black’n’Soul  alla  song, il  groove  è  da nottambuli,  le  strings   sintetiche  e  riverberate   creano  la  magia  insieme  a  una  linea  di piano  bella  ed   efficace, splendida  la  viariante  orchestrale  in  chiusura, davvero  un  bel pezzo. “Overrated”  inizia  in  modalità  simil  Kid-A  con  pattern  ipnotici  di  drum machine e bassi  masselli, synth  e  campioni  creano  un  tessuto  sonoro  tra  EDM e Musica Cosmica dalla  linea  melodica   senza   tempo   come  la  stanza   che  da  il  titolo  brano  successivo. “Timeless Room”  potrebbe  essere  un’ improbabile  jam  tra  Bjork,  Fat Boy Slim  e  i Kraftwerk : samples  tagliati  ad  arte, xilofoni  percussivi  creano  scampanellii magici, l’atmosfera  è  mistica  e  ballabile  ma  sempre  di  grande  classe. “Delplace”  sia  apre  con un  monologo  di  Steiner  (intrerpetato  da  Alain Cuny)  tratto  dal  capolavoro  di Federico Fellini  del  1960  “La Dolce Vita”  le  note  di  piano  sono  vibrate  e  sognanti,  insieme alle corde   di   una   chitarra   risuonano   nell’ aria, a  scandire  il  tempo  sono  suoni  percussivi attorcigliati  su  se  stessi  a  ricordarci, come  nel  sample  inziale, quanto  la pace e la calma possano  essere  inquiete, sofferte  ed  emozionanti, brano splendido.  “Organic Summer” ottimo  brano  Pop, sofisticato  ed  interessante, accompagnato  da  un  pianoforte malinconico,  un   campione   di   voce   parlato  ci   teletrasporta  tra  oscillatori   e   riverberi fino  a  un’  esplosione   di   synth   e   chitarre   che   si   fanno   sempre  più  sincopate  ed  intense. “Transports”  la  traccia  più   lunga, conclude  il  nostro  tragitto  emozionale  nella  musica  dei  due  romagnoli  trapiantati  in  Inghilterra, fra  droni  di chitarre  e  synth  fluttuanti,  la  batteria  in  rullata  continua  arriva  da  lontano  alla maniera dei  Godspeed You!Black Emperor  per  poi  tramutarsi  in  un  vero  e  proprio  anathem  da dance   floor,  la   cassa  in   quarti  e  tappeti   di  synth  ci   portano  per  mano  in un viaggio  evocativo   ed   emozionante,  necessario  come  il  bisogno  ancestrale  di  muoversi per sentirsi  vivi, alla  ricerca  di una non coscienza o se preferite di una coscienza collettiva primordiale  ma  futuristica  allo  stesso  tempo.

Questi  ragazzi  spaccano! Sanno  quello  vogliono  e  in  che  direzione  devono  andare  e  lo  fanno  in  maniera  originale, elegante  e  sofisticata. Creando  un  loro  micro cosmo dove sonorità  apparentemente   distanti  convivono  in  maniera  praticamente  perfetta valorizzandosi  a  vicenda. Il  suono  è  moderno e  curato  nei  minimi dettagli. Album che farà felici molti appassionati di vari genere. Questi  due  musicisti  hanno  talento  e  sono  assolutamente  da  seguire,  ottimamente supportati  per  le  date  dal  vivo da BPM concerti  e come  agenzia  stampa dalla bravissima Pitbellula  speriamo  per  loro  in  futuro  luminoso  come  la  loro  musica.

 

1.“We Leave”

2.“Texture in Pectore”

3.“Don’t Change For Me”

4.“Leica”

5.“Overrated”

6.“Timeless Room”

7.“Delpace”

8.“Organic Summer”

9.“Transports”