Heavy Psych Sound e i suoni dell’underground

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L’etichetta romana Heavy Psych Sound, è una delle molte piccole realtà che sparse su tutta la penisola lavorano duro e con passione nel divulgare la musica “underground”. Da tempo ci propone suoni e colori interessanti, soprattutto rivolti ai palati più ruvidi e agli amanti di quella musica catartica, desertificata e incline a stati mentali più o meno alterati che prende il nome di Stoner Rock. È uscita ad aprile infatti un’interessante compilation di quattro band: tre americane e una italiana, che accomunate dallo spirito anni settanta e dall’amore per volumi folli e fuzz indiavolati, uniscono le loro forze proponendo tre brani a formazione in questo interessante split.

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Aprono i giochi The Golden Grass Power-trio dagli States composto da Adam Kriney (voce, batteria) Micheal Rafalowich (chitarra, voce) Morgan Mc Daniel (basso) si comincia con il Southern Rock ultra 70’s in stile Mc5, Deep Purple di “Livin’ ain’t Easy” e i suoi chitarroni al Germanio e gli stop and go polverosi, “Flashing Out Of Sight” è ricca di un Funky Groove, la voce è cristallina e il brano si apre poi in una bella divagazione psichedelica degno del Santana più visionario. “Hot Smoke & Sasafrass” chiude il trittico e sa di Glam Rock sporchissimo, brano caratterizzato da lunghe divagazioni strumentali al limite del Prog Psych.

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Seguono gli italiani Killer Boogie la formazione romana è composta da tre elementi Gabriele Fiori (chitarra, voce) Luigi Costanzo (batteria) Matteo Marini (basso) e sciorinano un Fuzz’n’Roll dal sapore retrò ispirato da artisti come Blue Cheer, Cream, Jimi Hendrix , Nebula si apre con “You Will Be Mine” la batteria pesta forte e i riff sono antichi ma arrivano tramite un portale spazio-temporale che li attualizza, i vocals sono ruvidi e chiari. L’ attacco di “Make Another Ride” mi ricorda un interessante mix tra l’ inizio intramontabile di “Rock’n’Roll” dei Led Zeppelin e il finale devastante di “Supa Scoopa And Mighty Scoop” degli indimenticabili Kyuss, splendida anche la chiusura psichedelica strumentale. “The Thunder” è una cavalcata al Fulmicotone, riverberatissima e ricca di alcaloidi acidi come le chitarre.

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E’ il turno dei Wild Eyes quartetto di San Francisco composto da Janiece Gonzales (voce) Carson Binks (basso) Chris Corona (chitarra) Joseph Macrino (batteria) la voce graffiante della cantante incornicia il sound della band in un contesto sonoro ben determinato che vede riferimenti come Grand Funk Railroad, Ten Years After o i Big Brother and the Holding Company della inarrivabile Janis Joplin. “Long Time No See” è potente e credibile nel suo revival di sonorità del passato, è un Rock Blues intenso. La possente “Gator Shaker” gronda di Muff’N’Roll da tutti i pori, anche qui non manca la lunga e sudata chiusura strumentale come da prassi nel genere. Conclude il viaggio “Hot Sand” con i suoi grooves psichedelici e ipnotici che scivolano su un magma di Fuzz sovraccaricati.

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Chiudono lo split gli americani Banquet formazione californiana composta da Erik Kang (basso) Damon Lockaby (batteria) Doug Stuckey (chitarra, voce) Brando Chester (chitarra) che ci propongono un Retro Psych Rock con venature Stoner, anche qui la Sacra Trinità dell’ Heavy Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple veglia su di noi headbangers sperduti. Si attacca alla grande con le ripartenze selvagge e le quantità esorbitanti di phaser di “Seven Sisters” che ricorda dei Taste che jammano un pezzo dei Blind Melon. “Starmarker” anche lei affogata nel phasing in controfase (tanto che inizialmente ho pensato fosse partito con il primo caldo il mio lettore cd) brano dalla struttura interessante con lunghi assoli dilatati come intro e uno splendido arpeggio di sottofondo che lascia spazio poi a basso e batteria, quando il pezzo vero e proprio comincia. I giochi terminano con la terremotante “Running By Baby Huey” lunga suite conclusiva, ibrido Hard’n’Blues.

 

Bel Lavoro, nell’insieme le quattro band funzionano, certo nessuno spicca per grande originalità ma i brani sono suonati bene e con convinzione. Sicuramente va detto, che anche a testimonianza della grande qualità delle band italiane degli ultimi anni, possiamo dire che il trio romano non sfigura affatto con gli americani, anzi. Molto interessante il lavoro di questa etichetta che ci porta suoni underground e di realtà emergenti da tutto il mondo. Micro sogno nel cassetto? Mi piacerebbe sentire uno split del genere con solo formazioni nostrane, sarebbe molto figo visto che il Rock in America ad oggi pare più fiacco e ha perso il ruolo trainante che aveva anche solo una decina di anni fa mentre nel nostro strano Bel Paese è vivace, ruspante e più vivo che mai.

Heavy Psych Sound-4 BANDS SPLIT #02 (2016)

TRACKLIST

1. “Livin’ ain’t Easy”
2. “Flashing Out Of Sight”
3. “Hot Smoke & Sasafrass”
4. “You Will Be Mine”
5. “Make Another Ride”
6. “The Thunder”
7. “Long Time No See”
8. “Gator Shaker”
9. “Hot Sand”
10. “Seven Sisters”
11. “Starmarker”
12. “Running By Baby Huey”

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