L’inondazione rabbiosa dei Nadié

 

Tracklist

1. Conigli
2. In discoteca
3. Solo in Italia si applaude ai funerali
4. La bionda degli Abba
5. Breve esistenza di un metallaro
6. Dio è chitarrista
7. Acqua alta a Venezia
8. Gli sposi
9. Fuochi
10. Bandiere a mezz’asta

Uscito il 10 Febbraio per Terre Sommerse / La Chimera Dischi Acqua Alta a Venezia è la seconda fatica discografica dei siciliani Nadiè.

Si tratta di un disco diretto, rabbioso e smanioso di comunicare un disagio, un vuoto che tocca la nostra vita di tutti i giorni. Una quotidianità cupa e cattiva che ci priva della nostra personalità in nome di un conformismo ormai necessario, se non si vuole perdere l’omologazione per vivere nell’Italia di oggi.
Sul tema, emblematico è il pezzo Breve Esistenza di Un Metallaro, storia di un suicidio, dove la figura del  metallaro è usata come metafora per parlare delle persone diverse, che non si conformano, ma che al tempo stesso soffrono dell’incomprensione che la società ha nei loro confronti.

Il tessuto sociale malsano descritto nell’album porta alla proliferazione di nuove mode che creano  un distacco dalla realtà: la comunicazione smaniosa e distante tramite i social network e gli smartphone, le droghe, la televisione ed i falsi miti. Tutto questo viene cantato nel pezzo In Discoteca, dove quest’ultima è usata come metafora dello stato mentale causato da tutte le dipendenze appena citate.

C’è rabbia per uno Stato italiano che di fronte a tutto questo è immobile, non reagisce e si sforza solo a piangere i morti con ipocriti minuti di silenzio e bandiere a mezz’asta, come cantato nell’omonima traccia che chiude l’album.

Nadiè trasudano ira e frustrazione in un disco frutto di una lunga esperienza fatta di ore spese in sala prove e sui palchi di tutta Italia. Nel complesso è un disco solido e ben suonato che riesce a tramettere il grido di rabbioso disagio, che rappresenta il canovaccio su cui sono costruite le canzoni.
Si riesce però a percepire una sensazione di distacco, di mancanza di amalgama, data dal fatto di aver registrato in tracce separate: tutto ciò, peraltro, accade spessissimo in studio ma, in questo disco, si percepisce in maniera abbastanza netta. Questa mancanza mi allontana leggermente anche dalle parole delle canzoni, che a tratti sembrano quasi degli insegnamenti su come affrontare la vita piuttosto che degli spunti critici di riflessione sulla nostra società, come nelle seconda strofa di Acqua Alta a Venezia:

I giovani d’adesso sono tutto ciuffo
coi piedi d’argilla eterni esonerati
questa è una generazione
di re senza corona
che vuol cambiare le cose
piantato in poltrona

Sarà che ho 25 anni, quindi potrei essere un filo troppo impulsivo, ma questa visione del giovane fannullone in poltrona mi sembra un critica giusta fino ad un certo punto, figlia di una generalizzazione un po’ troppo forte.

Le mie, personalissime, critiche non devono però sminuire la qualità del disco dei Nadiè che riesce a comunicare in maniera coinvolgente il lavoro fatto in studio e a trasmettere il processo creativo e l’energia presente nell’album, garantendo scintille su un palco dal vivo.

Sarei dunque ben lieto di assistere ad un loro live, magari dalle mie parti!

 

 

Informazioni su Paolo Cunico 71 articoli
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.