Più o Meno Natale, 3 Dicembre: Nine Inch Nails – Add Violence

A cura di Paolo Cunico

Durante l’anno ci siamo occupati molto poco di recensire dischi al di fuori di quelli nostrani e non volevamo chiudere il 2017 così. Vogliamo quindi proporvi una sorta di calendario dell’avvento dove ogni giorno vi regaliamo una breve recensione di un disco straniero uscito quest’anno descrivendo anche a chi potreste regalarlo.
Questa non vuole essere una classifica e non vuole nemmeno essere un’opera omnia su quanto uscito quest’anno, sono solo un po’ dischi che ci sono piaciuti e che vogliamo condividere con voi!

3 Dicembre: Nine Inch Nails – Add Violence

 

  1. Less Than
  2. The Lovers
  3. This Isn’t the Place
  4. Not Anymore
  5. The Background World

Add Violence è il secondo ep della trilogia iniziata nel 2016 con Not the Actual Events e nonostante le sue cinque tracce non ha nulla da invidiare a un album di 10 o più canzoni, perché il buon Trent Reznor ce l’ha fatta un altra volta. Cinque canzoni dure, cinque pugni in faccia che stimolano i nervi in una specie d’eccitazione primordiale.

Fin dalla traccia d’apertura, Less Than, si viene sommersi da un crescendo di distorsioni che partono dalla chitarra fino ad arrivare ad intaccare la totalità dei suoni. Un enorme disturbo che ti obbliga ad alzare il volume per apprezzare parole e sonorità; tranquilli non è il disco rovinato, è solo Trent che aggiunge rabbia ad un brano che sarebbe aggressivo anche in versione acustica.

Ma dopo tutto questo, di colpo arriva la calma con The Lovers, brano più tranquillo ma oscuro come una notte insonne piena di pensieri. Gli stessi pensieri che attanagliano la mente del protagonista della canzone:

“I know who i am
But i know who i am
Right?”

E come se avessimo bisogno di riflettere pure noi, i Nine Inch Nails ci danno 4 minuti e 44 secondi per pensare con This Isn’t the Place, una pausa dalle distorsioni, ma sempre e comunque tetra e buia.

È la più classica quiete prima della tempesta perché Not Anymore è una rabbiosa esplosione di rabbia e frustrazione fatta di percussioni metalliche e distorsioni aggressive. Un canzone che aggredisce, violenta come un uragano che colpisce dritto allo stomaco, risvegliando istinti animali.

The Background World è la lunga chiusura, una spirale che si ripete ogni volta sempre più distorta, dove i suoni si perdono lentamente nel rumore. La chiusura di un ep potente, oscuro e aggressivo: un viaggio nella musica della band americana in grado di conquistare sia i fan di vecchia data che chi non ha mai sentito i Nine Inch Nails.

Un regalo perfetto per…

una persona affascinata dall’oscurità. Che sia una fabbrica abbandonata, un film di David Lynch o le storie di efferati serial killer, questo ep mette in musica tutte queste cose. Un viaggio violento, fra ansia e turbamenti, affascinate e seducente.

 

Informazioni su Paolo Cunico 71 articoli
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.