Più o Meno Natale, 13 Dicembre: Arcade Fire – Everything Now

A cura di Paolo Cunico

Durante l’anno ci siamo occupati molto poco di recensire dischi al di fuori di quelli nostrani e non volevamo chiudere il 2017 così. Vogliamo quindi proporvi una sorta di calendario dell’avvento dove ogni giorno vi regaliamo una breve recensione di un disco straniero uscito quest’anno descrivendo anche a chi potreste regalarlo.
Questa non vuole essere una classifica e non vuole nemmeno essere un’opera omnia su quanto uscito quest’anno, sono solo un po’ dischi che ci sono piaciuti e che vogliamo condividere con voi!

13 Dicembre: Arcade Fire – Everything Now

 

  1. Everything_Now (Continued)
  2. Everything Now
  3. Signs of Life
  4. Creature Comfort
  5. Peter Pan
  6. Chemistry
  7. Infinite Content
  8. Infinite_Content
  9. Electric Blue
  10. Good God Damn
  11. Put Your Money on Me
  12. We Don’t Deserve Love
  13. Everything Now (Continued)

 

Dopo solo due anni dall’eccellente Reflektor, gli Arcade Fire tornano con Everything Now, rivoluzionando il loro sound e pubblicando uno dei dischi dell’anno. Coadiuvati da Thomas Bangalter, che forse conoscete per essere uno dei due Daft Punk, la band canadese ha creato un disco favoloso che mescola l’anima indie della band ai suoni pop degli anni ’70 e ’80: una pioggia di singoli che si fa amare dal primo ascolto.

La ricerca nei suoni, la qualità degli arrangiamenti e la bellezza dei testi si palesano fin dalla traccia d’apertura, che dà il nome al disco. Un giro di pianoforte semplice ed incisivo che appare e scompare per lasciare spazio ad un accompagnamento di chitarra acustica che, assieme alla voce di Win Butler, ci trasporta attraverso le diverse anime del pezzo, da quella più giocosa del ritornello a quella più emotiva delle strofe.

Subito dopo si inizia a ballare, grazie a Signs of Life, una canzone terribilmente sexy e coinvolgente, a partire dal battito di mani che scandisce il tempo, quasi oscurando la batteria. Qui tutto funziona alla perfezione: dalla tromba che fa la melodia assieme al basso ai coretti di Régine Chassagne alle percussioni che danno quel tocco di musica sudamericana, per un risultato pazzesco.

È tutto incredibilmente complesso e semplice: dentro ad ogni canzone ci sono così tanti suoni che si intrecciano da rendere veramente ardua una descrizione quantomeno soddisfacente. Al tempo stesso però, questo sarebbe un esercizio superfluo, perché tutto fa parte di una perfetta irresistibile armonia.

Solo per descrivere i primi 30 secondi di Creature Confort ci vorrebbe una recensione dedicata, oltre che una cultura quasi enciclopedica di suoni elettronici, che onestamente io non possiedo. Di fronte a questa splendida amalgama di suoni solo un dubbio mi pervade: come hanno fatto gli Arcade Fire a comporre tutto questo in meno di due anni?

Non ha senso continuare, mi arrendo a di fronte a questo capolavoro, ennesima prova di come gli Arcade Fire siano oggi una delle più belle realtà della musica contemporanea, non fateveli scappare per nessun motivo.

 

 

Un regalo perfetto per…

Chiunque, perché anche nell’eventualità in cui questo disco non piaccia, chiunque può apprezzare la qualità di questo lavoro. Dischi come questo, dove la ricerca sonora è a servizio della musicalità, non si sentono molto spesso. Un lavoro di indubbia qualità che farà felice qualsiasi appassionato di musica.

 

Informazioni su Paolo Cunico 71 articoli
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.