Sui Bla Bla Bla di oggi ci scatarro su

Eh si, provo a dire anch’io la mia sul “caso” degli ultimi giorni: Manuel Agnelli giudice di X-factor. Manuel affiancherà gli altri tre giudici: Fedez, star super tatuata della musica italiana e giudice navigato, la due volte vincitrice di Sanremo Arisa e Alvaro Soler, nome notissimo agli under-14 che vanta 75 milioni di visualizzazioni su You Tube grazie ad una serie di tormentoni pop-latino che hanno spopolato la scorsa estate.

Manuel Agnelli è invece, per chi non lo conosce, voce e leader indiscusso di una delle band storiche del circuito indie italiano, gli Afterhours che, li si ami o li si odi, hanno segnato in maniera incancellabile la musica alternativa nostrana dalla fine degli anni 80 ad oggi. Dalla realizzazione di dischi imprescindibili per la mia generazione agli impegni sociali passando per l’organizzazione del Tora! Tora! un festival itinerante indipendente, il cui scopo era quello di diffondere un certo tipo di musica e di idee, spesso troppo chiuse o riservate solo a certi ambienti, e di farle conoscere ad un pubblico più ampio e a cui hanno partecipato artisti del calibro di Marlene Kuntz, Subsonica, Cristina Donà e Massimo Volume.
Dopo anni di musica e di live, nel 2009 gli Afterhours decidono di partecipare al Festival di Sanremo con la canzone “Il paese è reale”. Anche questa volta una parte dei fan grida allo scandalo ma il palco televisivo e l’importante Premio della Critica “Mia Martini” servono a moltiplicare la propria visibilità. E del motivo della propria partecipazione Manuel non ne farà mai un segreto. Nella compilation de “il paese è reale” permette anche ad altri 18 esponenti del circuito alternativo nazionale di esprimersi in musica, cercando anche questa volta di dare spazio ad artisti che hanno meno visibilità di lui. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, e, come è giusto che sia, Manuel Agnelli e gli Afterhours hanno sempre cercato di aumentare in primis il proprio profitto e i propri interessi, senza però mai tralasciare l’impegno sociale o snaturare la propria musica e le proprie idee per accaparrarsi pubblico e critica.

Rispetto agli anni ’90, gli anni d’oro della musica alternativa italiana, le cose sono cambiate e non poco. Allora i cd si compravano, non c’era la possibilità di ascoltare qualunque cosa gratis su internet. Allora anche gli artisti indie, alternativi, rock andavano in televisione a portare la loro musica e le loro idee, esistevano rete televisive come MTV e Videomusic grazie alle quali chiunque poteva avvicinarsi ad un certo tipo di musica. Oggi è tutto diverso, in rete la proposta è immensa, e in televisione non si fa più musica ma talent show.manuel_agnelli

Quello che va per la maggiore, in Italia e non solo, è X Factor. Purtroppo non c’è dubbio, gli artisti premiati da X Factor sono quelli maggiormente portati avanti dalle case discografiche, è inutile nasconderlo. Altra cosa, le canzoni vengono scelte dai giudici, i cantanti sono solo interpreti, voci. Solo nelle ultime puntate, chi arriva in finale potrà cantare dal vivo un suo brano inedito. C’è da dire però che ciascun giudice, grazie alle proprie scelte musicali può dare un po’ di credibilità non tanto allo show, quanto a sé stesso. Chi ha seguito X Factor gli scorsi anni penso abbia notato la differenza tra le scelte e la cultura musicale di Morgan rispetto a quelle di Simona Ventura. C’è un’altra cosa, la televisione offre la possibilità di creare veri e propri personaggi, e X Factor l’ha fatto con Mika: la sua faccina adorabile, il suo modo di parlare male l’italiano e di coniare nuove parole, ma anche la sua intelligenza e conoscenza musicale, hanno fatto diventare Mika uno dei personaggi più amati del grande schermo.

Per cui mi chiedo: qual è la scommessa che deve vincere Manuel? Non credo sia tanto quella della credibilità, è chiaro a tutti che il motivo per cui va ad X Factor è innanzitutto quello di monetizzare (lui stesso, utilizzando termini diversi, ha dovuto ammetterlo nelle interviste). Ha detto inoltre che X Factor è un mezzo utile a portare un aumento di pubblico e di successo. La scommessa da vincere secondo me è invece quella televisiva. Chi lo conosce sa che Manuel non è propriamente una persona simpatica e solare, né uno che buca lo schermo come che so, Piero Pelù. Il suo essere indie lo ha portato inoltre, fino a questo momento, a mantenere un basso profilo, a vestire con anfibi (sempre gli stessi) e magliette nere…mentre  in un talent che si rispetti, il giudice di X Factor è innanzitutto lustrini e pailettes, prendere o lasciare!!! Dovrà quindi cercare di piacere al pubblico televisivo, portando idee, conoscenza ed esperienza musicale, che  di certo non gli mancano, senza screditarsi troppo.

In rete una gran fetta dei fan degli Afterhours non ha preso per niente bene la sua partecipazione ad un talent televisivo, tacciandolo di essersi letteralmente venduto al piccolo schermo. Tuttavia, anche se il pubblico di X-factor non è quello di chi segue la musica indie-alternativa, che è stata e resta in Italia un fenomeno sostanzialmente di nicchia, credo che in molti, anche se solo di nascosto, abbiano già seguito il Talent della discordia, magari solo per poterlo criticare meglio.

La televisione poi, crea strani meccanismi, per alcuni inaccettabili, per altri semplici  come premere un tasto della televisione! I più giovani, un pubblico” facilmente influenzabile”, non troveranno così difficile andare una sera al concerto di Giosada, il week end successivo a quello degli Afterhours, per poi finire in “bellezza” con Giusy Ferreri o gli Urban Stranger… Anche qui niente di nuovo nell’aria… se tutti sono accumunati dal “fare” televisione, che male c’è?

Personalmente al concerto di Giosada, di Giusy Ferreri, o degli Urban Stranger  non ci andrò mai, è una questione di appartenenza. Né da quando Fedez è giudice di X Factor ho iniziato ad ascoltare la sua musica. Ma ahimè io ho ormai una certa età, ho maturato scelte e convinzioni. La stessa cosa non può valere per tutti, e credo che questo lo sappia anche Manuel, Morgan o Mika. Ma arrivare ad un pubblico più vasto possibile non è un errore, non significa vendersi. Credere che un certo tipo di musica, così come di cinema o di libri siano “giusti” solo perché di nicchia è sbagliato, assurdo. Manuel Agnelli, con molta probabilità farà una sola edizione di X Factor perderà un po’ di credibilità e di “purezza” nei confronti di un certo tipo di fan, ma guadagnerà non solo tanti soldi (che non fanno male a chi vuole produrre musica, visto i costi) ma tanto pubblico; gente che magari oggi neanche lo conosce, domani urlerà sotto il palco il suo nome..

Quello che mi auguro, al limite,  è solo che gli Afterhours eliminino per coerenza dal proprio repertorio live quelle canzoni come “Musicista Contabile” o “Sui Giovani D’oggi…”, che, alla luce dei fatti, suonerebbero decisamente stonate.
Per il resto, se per Manuel “far qualcosa che serva” oggi significa andare a X Factor ha, come sempre, la mia benedizione…sono pronta a dividere definitivamente gli spalti con un pubblico di ragazzine isteriche e urlanti, che quando usciva “Hai paura del buio”, una pietra miliare della musica indipendente italiana, dovevano ancora nascere.
è la dura legge dello show business, in fondo.

AMEN!