La songwriter australiana Julitha Ryan presto in tour in Italia col suo nuovo album

 

The Winter Journey” è il nuovo disco di Julitha Ryan uscito il 20 febbraio su etichetta Atelier Sonique.
Julitha è una cantante e musicista australiana con alle spalle collaborazioni e progetti importanti: ha fatto parte del trio strumentale dei Silver Ray, con cui ha pubblicato quattro dischi,  e ha accompagnato in tour Nick Cave and the Bad Seeds. Ha inoltre suonato nei dischi di Mick Harvey, Hugo Race (sia nel progetto Fatalists che nei True Spirit), Andrew McCubbin e molti altri.
Il suo primo disco solista, “Lucky Girl”, risale al 2012 ed è stato seguito da un lungo tour in Australia e anche in Italia. Durante il tour Julitha canta accompagnata da una local band formata da Pier Adduce (chitarra) ed Enrico Berton (batteria) dei Guignol, Massimiliano Gallo (violino) e Henry Hugo (chitarre, mandolino e steel guitar).

Con loro la cantante ha registrato ancheThe Winter Journeyprodotto da Giovanni Calella (Adam Carpet, Kalweit and the Spokes) e anticipato dal singolo “Bonfire”.

La voce calda e intensa di Julitha basta già a dare qualità all’intero lavoro; la sua capacità interpretativa e teatrale l’avvicinano ad altre grandi interpreti: Lisa Gerrard per certi versi e Bjork per una comune imprevidibilità nel canto. Tuttavia non è solo di voce che si tratta: il sodalizio con gli altri grandi musicisti è ben chiaro nei suoni e nelle atmosfere che ogni pezzo è capace di creare.

Ciò che è evidente è come la musica sia comunque costruita in funzione di una grande voce, capace di dare ad ogni venatura soul, jazz, rock, qualcosa in più, e di tirare fuori volta per volta vari sentimenti e sfaccettature dell’animo umano: malinconia, rabbia, sogno, dolcezza.

 

 

Il pezzo di apertura “Bonfire” è una ballata elegante e sofferta in cui a tratti sembra di sentire la “sacerdotessa” Patty Smith, un brano in cui regna un’atmosfera soul che riporta alla mente i fumosi bar americani degli anni ’70, in cui la musica veniva accompagnata da un whisky e un sigaro. In altri pezzi la cantante è protagonista di episodi più moderni, più propriamente pop, come in “Big Brass Bell“, o synth, come in “Like a Jail”, pur sempre piacevoli.
Un presentimento funereo è cantato in un’altra intensa ballata, “Something’s gotta live”, dove uno splendido coro che accompagna anche altri pezzi del disco, qui sembra voler render atto del futuro amaro e spaventoso che presto prenderà possesso delle nostre vite. In generale nei testi aleggia lo spettro della paura e una visione negativa, quasi priva di speranze, verso una società e un prossimo ostili.

There is no turning back”, non c’è modo di tornare indietro, canta Julitha nell’ultima canzone, ancora una volta evocativa e maestosa, che chiude il cerchio di un album ispirato ed elegante che potremo presto sentire live in Italia.

Eccovi le date:

11 mar – Arci Orchidea, Santa Margherita Ligure (GE)
12 mar – Ligera, Milano
15 mar – Aurora Live, Livorno
16 mar – Il Viandante, Carrara
17 mar – Freadom, Battipaglia (SA)
18 mar – il Progresso, Firenze
20 mar – Il Fico, Cremona
24 mar – Arci La Loco, Osnago (LC)
25 mar – In Disparte, Bergamo