“Quattro Quartetti” in una notte di mezza estate: Clementi-Nuccini live @ Falerna

A cura di Antonio Bastanza

31 luglio, una notte d’estate, calda, quasi soffocante.
La villa di Fabio si affaccia sul golfo di Falerna, appena più in alto rispetto al livello del mare, in cima a una piccola strada che, salendo, sfiora case, più o meno grandi, che si accendono d’estate e d’inverno attendono silenziose l’arrivo della bella stagione.
Fa caldo, credo sia l’estate più calda “del tempo passato e del tempo futuro”, di questi quarant’anni della mia vita che si attorcigliano su se stessi come la strada che percorriamo.
La casa è lì, l’ingresso è subito dopo un curvone. Non siamo mai stati qui ma lo capiamo quando intravediamo, appoggiato alla balaustra del terrazzo della villa un uomo con un cappello che scruta l’orizzonte come se lo stesse definendo, come se stesse scrivendo tra i suoi pensieri la descrizione del paesaggio afoso e crepuscolare che ha davanti.
L’aria è così densa, così umida e rovente che anche attraversarla a piccoli passi diventa faticoso. Scendiamo verso il giardino, qualcuno è già seduto sull’erba curata e regolare, qualcuno cammina a piedi scalzi , qualcun altro chiacchiera bevendo qualcosa di fresco.
Ci conosciamo tutti, o giù di lì, almeno di vista, siamo una sorta di involontaria aggregazione se non di spiriti affini almeno di esseri umani dalla stessa indole, con la stesso modo di intendere la poesia che trasmette la vita.
Come potrebbe non essere così, in fondo?

Emidio e Corrado saranno da qualche parte, dentro una di quelle stanze illuminate da una luce fioca, che non riscaldi gli ambienti più di quanto già non facciano il luglio che sta finendo e l’agosto che sta iniziando.
Alessio intanto sistema le sue cose, prova i suoni e dopo qualche minuto inizia a suonare.

I suoi suoni stanno crescendo, penso, molto più di quanto immaginavo fosse possibile la prima volta che lo vidi suonare in questo suo nuovo progetto. La nebbia si dirada, i contorni della sua musica si fanno più definiti e più decisi, è sempre più Kim Ree Heena, sempre più convincente e convinto della strada intrapresa e si percepisce chiaramente dalla sua performance.

Clementi e Nuccini attendono il loro momento chiacchierando amabilmente tra la gente. Ci sistemiamo pian piano attorno allo spazio in giardino in cui si esibiranno mentre Alessio ripone i suoi strumenti, poi Corrado sistema le ultime cose e mentre scende il silenzio il tempo si sospende, la luce fioca illumina Emidio che raggiunge il microfono, le sue parole riempiono l’aria, spazzando via il caldo e l’estate opprimente, i suoni di Corrado le accarezzano e le accompagnano, i Quattro Quartetti hanno inizio.

Emidio è il primo Dio e l’ultimo Dio, la sua parola è lieve e decisa, avvolgente e calda, dolce come una carezza e profonda come un abbraccio di settembre. Corrado ricama trame di oro e seta, i suoi suoni sono più di una cornice ai versi declamati da Emidio, sono la perfetta, assolutamente complementare, controparte alla voce di Emidio. Cosa sarebbero i Quattro Quartetti senza il suo ispirato musicare è difficile dirlo, ma se il reading vola alto, stupisce e affascina tanto del merito è suo.

Potrei raccontarvi d’altro sui Quattro Quartetti, ma la bellezza di uno spettacolo del genere non può raccontarvela chi ha vissuto talmente tanto intensamente quel tempo presente, che ormai è tempo passato, da emozionarsi fino alle lacrime.

Non perdete tempo a leggere queste o altre parole sui Quartetti di Nuccini e Clementi ed Elliot, cercate una data vicino casa vostra e andate a riempirvi di luce buona.

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