Più o Meno Natale, 11 Dicembre: Liam Gallagher – As you Were

A cura di Paolo Cunico

Durante l’anno ci siamo occupati molto poco di recensire dischi al di fuori di quelli nostrani e non volevamo chiudere il 2017 così. Vogliamo quindi proporvi una sorta di calendario dell’avvento dove ogni giorno vi regaliamo una breve recensione di un disco straniero uscito quest’anno descrivendo anche a chi potreste regalarlo.
Questa non vuole essere una classifica e non vuole nemmeno essere un’opera omnia su quanto uscito quest’anno, sono solo un po’ dischi che ci sono piaciuti e che vogliamo condividere con voi!

11 Dicembre: Liam Gallagher – As You Were

  1. Wall of Glass
  2. Bold
  3. Greedy Soul
  4. Paper Crown
  5. For What It’s Worth
  6. When I’m in Need
  7. You Better Run
  8. I Get By
  9. Chinatown
  10. Come Back to Me
  11. Universal Gleam
  12. I’ve All I Need
  13. Doesn’t Have to Be That WayN.B.: solo nella deluxe edition
  14. All My People / All Mankind – N.B.: solo nella deluxe edition
  15. I Never Wanna Be Like You – N.B.: solo nella deluxe edition

Anche se mi costa dirlo, il 2017 è stato anche l’anno del ritorno di Liam Gallagher che, ormai celebre solo per le sue dichiarazioni sopra le righe e per qualche cover live degli oasis, sforna un gran bel disco, lontano anni luce dall’opaca esperienza dei Beady Eye.

Mi costa dirlo perché ho sempre avuto un debole per l’altro fratello, Noel Gallagher, tanto che per un buon mese e mezzo ho ignorato As You Were. Ma in realtà questo disco mi ha prima sorpreso, poi conquistato.

Fin dalla prima canzone, Wall of Glass si capisce che questo è un album composto, suonato e prodotto benissimo. La batteria e la chitarra spingono il pezzo e accompagnano perfettamente la voce di Gallagher per un risultato coinvolgente che mette voglia di ascoltarlo per intero.

Un album che comunque non brilla per innovazione o ricerca sonora, ma si mette in luce per l’attualità che Gallagher riesce ancora a dare a quel suono rètro che lo ha sempre contraddistinto, anche con gli Oasis.

Liam e il nutrito gruppo di musicisti con cui ha scritto questo disco, pescano a piene mani dagli anni ’60, ed in particolare modo dai Beatles. Lo si sente nella costruzione dei brani, nel gioco fra coretti, falsetti e chitarre acustiche come è chiaro  in BoldGreedy Soul Paper Crown, canzoni che inevitabilmente ricordano anche il repertorio degli Oasis.

Ma nonostante questo non si ha per nulla la sensazione di ascoltare una brutta copia di qualcosa, perché Liam Gallagher è riuscito a rendere il suo sound attuale ed accattivante. Un suono che si sposa perfettamente con la sua voce che, nonostante il fastidio personale che Liam può crearvi, torna a incantare come non faceva da tempo. Non ci credete? Ascoltate Chinatown.

Insomma contro ogni pronostico Liam Gallagher è tornato con un gran disco, perfetto sia per i nostalgici che per chi gli Oasis non gli ha mai sentiti. Un disco bello dalla prima all’ultima traccia dell’edizione deluxe, che dovrebbe essere, a mio avviso, l’unica edizione del disco disponibile perché perdersi una canzone come Doesn’t Have To Be That Way è veramente un gran peccato.

 

 

Un regalo perfetto per…

Il nostalgico degli Oasis e la persona che non li ha mai sentiti. Questo disco è a prova di qualsiasi antipatia e fazione all’interno della telenovela Gallagher. Questo disco non teme confronti ed è pronto a conquistare chiunque si metta all’ascolto. Il che lo rende ideale se non sapete che pesci pigliare per un regalo di Natale.

 

Informazioni su Paolo Cunico 71 articoli
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.