Più o Meno Natale, 14 Dicembre: Queens of the Stone Age – Villains

A cura di Paolo Cunico

Durante l’anno ci siamo occupati molto poco di recensire dischi al di fuori di quelli nostrani e non volevamo chiudere il 2017 così. Vogliamo quindi proporvi una sorta di calendario dell’avvento dove ogni giorno vi regaliamo una breve recensione di un disco straniero uscito quest’anno descrivendo anche a chi potreste regalarlo.
Questa non vuole essere una classifica e non vuole nemmeno essere un’opera omnia su quanto uscito quest’anno, sono solo un po’ dischi che ci sono piaciuti e che vogliamo condividere con voi!

14 Dicembre: Queens of the Stone Age – Villains

  1. Feet Don’t Fail Me
  2. The Way You Used to Do
  3. Domesticated Animals
  4. Fortress
  5. Head Like a Haunted House
  6. Un-Reborn Again
  7. Hideaway
  8. The Evil Has Landed
  9. Villains of Circumstance

Il 2017 celebra anche il ritorno dei Queens of the Stone Age, 4 anni dopo …Like Clockwork. Un disco che va oltre al concetto di musica sexy, perché Villains è pornografia, una spremuta di ormoni che risveglia i più bassi istinti.

Feet Don’t Fail Me è una discesa a agli inferi mano nella mano con Josh Homme, con il suo crescendo cupo e tetro che inizia a far pompare l’adrenalina per tutto il corpo e che esplode con l’ingresso della chitarra e della batteria. È lampante come il peccato di lussuria vada per la maggiore nell’inferno di Villains, con un mucchio di gente scatenata in balli sessualmente espliciti, completamente disinibita in preda a forze animalesche.

The Way  We Used to Do continua su questo filone, creando un tandem a dir poco esplosivo con la prima traccia, con chitarre diabolicamente coinvolgenti e la voce di Josh Homme che è più irresistibile di quella di una sirena. Se Ulisse fosse arrivato sull’isola di Villains al posto di quella delle sirene non sarebbe mai tornato ad Itaca.

Il fascino oscuro di questo disco seduce come la violenza nei film di Quentin Tarantino: è il fascino del peccato dettato dall’istinto, dal ritornare ad essere primordiali e noncuranti del pensiero di chi ci sta intorno assecondando solo le pulsioni nervose, senza il filtro della ragione. Perché nei Queens of the Stone Age tutte le emozioni sono filtrate attraverso il sangue, l’istinto e sfociano in una musica eccitante, che riempie i corpi cavernosi della nostra mente.

Non trovo altro modo per descrivere questo album, perché la sensazione che accomuna l’ascolto di tutti i brani, da Fortress The Evil Has Landed, è quella di un’urgenza di muoversi, di scatenarsi a causa di un’irrefrenabile eccitazione che non viene minimamente placata dall’unica pecca di questo album: il suono troppo ovattato della batteria.

Villains è un capolavoro anche per il suo artwork, nuovamente affidato a quel genio di Boneface, che riesce a raffigurare perfettamente il suono della band statunitense riuscendo quasi a dare un volto alle canzoni, rendendole ancora più iconiche. Alla luce di ciò, dal momento che il video di The Way  We Used to Do lo si può vedere solo su youtube, vi alleghiamo la video intervista alla band e all’illustratore britannico, il contorno perfetto per accompagnare l’ascolto di questo disco.

Meet the super-villain behind QOTSA's latest album cover

Can you draw what we sound like?Boneface x Spotify Rock ThisWatch now.More Rock This: http://spoti.fi/2qWFWjN

Pubblicato da Queens of the Stone Age su Venerdì 22 settembre 2017

Un regalo perfetto per…

Una persona che ama i film di Quentin Tarantino. Io ho sempre pensato che questa band ed il regista di Pulp Fiction siano dei promessi sposi, ma forse loro non lo sanno ancora. Continuo ad immaginare scene tarantiniane sulle note di Homme e soci: da pestaggi a ritmo di Turnin On The Screw a sparatorie nel vecchio west sulle note di Another Love Song. Sono sicuro che questo disco farà colpo su queste persone.

Informazioni su Paolo Cunico 71 articoli
Nato sotto la stella dei Radiohead e di mani pulite in una provincia dove qualcuno sostiene di essere stato, in una vita passata, una motosega.