Cristina Donà @Flog Firenze – 20 anni con Tregua

A cura di Marlene Chiti

 

Per celebrare il ventennale del suo esordio discografico, Tregua, Cristina Donà, pregevole esponente del nostrano cantautorato femminile, ha scelto di far reinterpretare i brani da musicisti emergenti della scena italiana, lasciando loro totale libertà.

Ancora di più, ha deciso di farsi accompagnare in tour da questi stessi artisti, facendone gli opener dei suoi concerti, proponendoli al proprio pubblico e duettando nel pezzo da loro rivisitato.

Nella data fiorentina tenutasi alla Flog questo nove Dicembre, l’apertura è stata onere dei Blindur, duo campano dalle evidenti influenze folk e post rock che ha pubblicato ad inizio anno per La Tempesta un primo lavoro omonimo. Per il progetto Tregua 1997-2017 Stelle Buone hanno reinterpretato Piccola faccia e proprio per questa sono stati raggiunti sul palco dalla Donà, avvolta in un elegante capospalla bianco.

 

 

Il set della Donà parte poco dopo le 23 e prevede l’esecuzione integrale di Tregua nella versione rinnovata e riarrangiata da Cristiano Calcagnile, membro con Lorenzo Corti  della prima live band di Cristina, arricchita dall’inserimento di fiati ed effetti ad opera di Gabriele Mitelli.

Nella prima parte del live, si ripercorrono così tutti gli undici brani di Tregua, in rigoroso ordine in questa veste forse meno nervosa e fisica rispetto agli originali, ma più cupa, con inserti jazzati che all’inizio spiazzano un po’ per trovare poi maggiore centratura man mano che il concerto ingrana. E se alcuni brani non sono davvero  mai usciti di scaletta e sono stati riproposti con continuità durante tutto l’arco della carriera della Donà, vedi l’amatissima Stelle buone, Ho sempre me e L’aridità dell’aria, fa particolarmente piacere ritrovare pezzi più inusuali quali Raso e chiome biondeLabirinto.

 

 

Man mano che il concerto prende forma e il pubblico si scalda rispondendo con entusiasmo, la tensione iniziale  lascia il palco e la Donà si concede numerosi attimi di divagata leggerezza raccontando aneddoti dei tempi che furono, dal primo incontro con Calcagnile alle reazioni dei professionisti del mondo radiofonico ai primi ascolti di Tregua; questi avrebbero allora individuato, grazie all’accordatura in maggiore, in Raso e chiome bionde piuttosto che in Stelle buone il brano perfetto come singolo radiofonico. La storia racconta altrimenti.

Cristina individua anche l’apatia come sentimento strisciante che pervade gran parte del disco originale e si dice sconfortata dall’attualità di brani come Senza disturbare, dedicato alle difficoltà femminili nel mondo del lavoro. La prima parte si chiude con una versione quasi noise di Tregua.

I bis si aprono con la profetica Truman Show, in medley con la Material Girl di Madonna, e la canzone vincitrice della Targa Tenco 2015, Il senso delle cose, eseguita con l’ospite d’onore e collaboratore negli ultimi lavori, Saverio Lanza. Segue, chitarra e voce in solitaria, Universo, cantata da tutto il pubblico, e a chiudere la richiestissima Goccia e Invisibile.

In definitiva, un bel concerto con brani elegantemente rivisitati per un pubblico maturo e partecipe.

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