Intervista a Vincenzo Giordano: disegnando la musica italiana

 

A cura di Antonio Bastanza

In occasione dell’inaugurazione delle mostre della sezione OFF del Festival del Fumetto Le strade del Paesaggio al Museo del Fumetto di Cosenza abbiamo avuto l’occasione di incontrare Vincenzo Giordano, autore per la Nicola Pesce Editore del volume “Storia della Musica Leggera Italiana Illustrata“.
Nato a Cosenza nel 1970 è disegnatore autodidatta dal primo vagito ed illustra e disegna per professione e per passione. Colpito in pieno dall’ondata di robots e battaglie spaziali televisive e cinematografiche di fine decennio vi rimane sotto per sempre! Realizza mostre e partecipa a collettivi nella sua città. Nel 2016 tre sue illustrazioni rientrano nel volume “Art of Japan”, interamente dedicato al JapanExpo di Parigi dello stesso anno, nella sezione “Anime” indirizzata a descrivere l’influenza della cultura del Sol Levante sull’immaginario artistico moderno dell’ Occidente. Ha partecipato con una propria illustrazione alla mostra itinerante “Cuore e Acciaio” curata da Daniele Statella (Bonelli) e dedicata all’animazione giapponese, rappresentandola al Lamezia Comics & Co. 2016.

Con lui abbiamo scambiato due chiacchiere sul volume appena uscito.

Come è nato questo volume?

La NPE era interessata a produrre un volume dedicato alla musica italiana, dato che aveva già in catalogo analoghi volumi dedicati a Pop, Rock e Metal e il mio stile realistico ben si prestava alla loro idea di voler realizzare qualcosa che avesse uno stile più classico e didascalico, che potesse andar bene per lettori di una fascia d’età più ampia, che comprendesse sia i più giovani che gli ultracinquantenni appassionati di musica italiana.

 

Il volume copre un’ampia fetta della storia della musica leggera italiana. Da dove parte cronologicamente e fin dove arriva?

Cronologicamente il primo preso in considerazione è stato doverosamente Domenico Modugno, che abbiamo scelto come punto d’inizio perchè rappresenta un momento di evoluzione della musica italiana che si stacca dalla classicità e pur continuando nel solco della tradizione, con il suo stile fortemente autoriale rappresenta anche una sorta di punto di rottura con i cantanti tipicamente melodici dell’epoca precedente. Da li siamo partiti passando attraverso i grandi miti della musica italiana come Celentano, Mina, De Gregori, Dalla arrivando fino alla Pausini e Ligabue, quindi diciamo dagli anni ’60 ai ’90. Ovviamente è stata fatta una scelta legata principalmente alla fama dei singoli artisti, anche in previsione di un possibile prosecuzione dell’opera con altri volumi, dato che in ogni caso non si è potuto andare oltre la trentina di personaggi. Ma l’intento sarebbe quello di realizzare un’opera più completa che comprenda, nei vari volumi, anche gli artisti più amati dei nostri giorni.

 

Da un punto di vista prettamente fumettistico come descriveresti questo volume?

Intanto bisogna tener conto della peculiarità del volume: raccontando in maniera illustrativa la storia musicale di più artisti non ha una sceneggiatura vera e propria. Sono delle brevi biografie, dalle 2 alle 4 pagine, in cui vengono evidenziati aneddoti ed eventi salienti, per cui la parte disegnata è preponderante. Ho cercato di evidenziare, attraverso montaggi anche arditidi disegno, le varie fasi della carriera dell’artista, anche per esempio i cambi di stile, particolarmente evidenti  ad esempio in artisti come Renato Zero, uno dei più istrionici protagonisti della scena musicale italiana i cui continui cambi di look sono stati una degli aspetti distintivi della sua carriera.
Di ogni artista ho cercato di prendere i tratti caratteristici, gli atteggiamenti tipici che assumevano sul palco, e inoltre mi sono sforzato di far trasparire dal disegno, dalle espressioni l’essenza della loro arte, del loro spirito, del modo di essere e di vivere la musica e la vita. Per cui sarà facile immaginare per esempio un Battiato ritratto con atteggiamenti più pensosi e riflessivi, il linea coi suoi testi filosofici, rispetto a un Celentano, scanzonato e irriverente.
Ho cercato insomma non di realizzare dei semplici ritratti ma di far risaltare in qualche maniera il modo di essere e di vivere dell’artista.

 

Quale artista ti è piaciuto disegnare di più?

Decisamente disegnare uno come Renato Zero mi ha divertito davvero tanto, in generale tutti gli artisti che hanno avuto molti cambiamenti nel loro aspetto, nel modo di porsi nel corso della carriera, come Vasco Rossi. Poi ci sono quelli che musicalmente amo di più e che mi è venuto più facile disegnare per una sorta di empatia tra il mio disegno e le loro canzoni piuttosto che quelli che amo di meno e mi son costati più fatica ma questi non te li dirò mai!

 

 

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