ZEKE @ The Cage Theatre, Livorno: quaranta minuti di mazzate nei denti

A cura di Marlene Chiti

Si riceve esattamente quel ci si aspetta da questi Zeke: quaranta minuti di musica lercia e veloce. Gran parte di noi non hanno, e forse non avranno mai, nulla in comune con questi quattro personaggi: non amiamo i fucili automatici, i maiali li compriamo già ridotti a costolette dal macellaio, non siamo mai stati in galera e non ci stoniamo con le droghe pesanti.
Vi piacciono i fucili? No? Davvero? – chiede il bassista, “pure hate e disorder” secondo la bio ufficiale della band sul sito Relapse Records- E quanti sono stati in prigione? Nessuno? Ehi Marky, non abbiamo niente in comune con questi tizi”
No, fortunatamente per noi, no. Ma quello che abbiamo in comune probabilmente è la voglia di spazzare via la frustrazione a forza di sferzate di chitarra, di ottundere il dolore grazie alla voce arrocchita di questo figuro, Marky, aka “Blind” Marky Felchtone, membro originario, voce e chitarra principale degli Zeke, che si vuole presentare, e forse lo è, marcio fino al midollo.
E se avete avuto problemi sul lavoro o discussioni con la vostra dolce metà, e avreste voglia di ridurre tutti a carpaccio con un pesante batticarne, può davvero essere una buona idea venire a farsi un giro al concerto di una band come questa, potrebbe evitarvi una sosta nella “County Jail”.


Sul versante live non ci sono fronzoli, almeno in quello del 14 a Livorno, le chitarre si rincorrono veloci. Post Hardcore – dice chi se ne intende.
Thrash Punk – scrive la loro etichetta – ma sicuramente nei suoni si avverte un debito anche nei confronti dell’hard rock classico, un qualcosa che ci avvicina anche al garage di certi scandinavi.
I Motorhead sparati a mille” e sì, quella voce e quell’attitudine non possono che ricordare Lemmy e i suoi sodali.

Le canzoni, dalla durata media di un minuto, un minuto e mezzo, si susseguono senza soluzione di continuità. Il concerto si è aperto con Highway Star, dall’album d’esordio Super sound racing del 1996 e ha ad un certo punto, oltre la metà, previsto l’esecuzione di una fantastica Shout It Out Loud, cover dei Kiss incisa su Kicked in the teeth del 1998, non potrei giurare d’aver individuato correttamente in scaletta anche AR-15 e County Jail da Hellbender, di fresca pubblicazione per Relapse, album prodotto da Jack Endino, il primo da 14 anni a questa parte. I brani rendono bene lo spirito genuinamente “rock vecchia scuola” di questi signori perfettamente rispecchiato nell’atteggiamento entusiasta del non foltissimo e non giovanissimo pubblico presente al The Cage Theatre di Livorno.

Ad aprire la serata sono stati chiamati i SuperNaughty, band locale dalle piacevoli sonorità stoner grunge con all’attivo già un Ep e un album di recente pubblicazione per Argonauta Records e, a seguire, i Rancho Bizzarro, altra band livornese, buon combo stoner strumentale con marcate influenze sabbathiane già visto e apprezzato più volte sui palchi locali.

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