Pop di spessore denso di spunti di riflessione quello dei Kozminski

A cura di Giovanni Graziano Manca

 

Kozminski

Sempre più lontani
(autoprodotto)

 

Tracklist:

Respirare

Il confine

Un letto di macerie

Non ricordo niente

Venerdì

Finale

 

Out il primo di Aprile u.s., “Sempre più lontani”, quarto disco dei milanesi Kozminski, contiene circa trenta minuti di ascolto musicale complessivo distribuiti in sei brani di nuova composizione.
Federico Tonioni (basso), Luca Tavecchio (chitarre, voce, basso), Raffaele Bocchetti (chitarre elettriche e acustiche), Marco Fornara (batteria) sono i componenti di una band che, tredici anni di gavetta (la loro prima uscita discografica, l’ EP “Bausan”, risale al 2007) propongono una manciata di canzoni italianissime (tali non solo perché sono cantate in italiano, ma perché in aggiunta, spesso e volentieri, si fanno influenzare da sonorità e melodie irrepetibili come quelle che hanno contraddistinto e contraddistinguono un repertorio tipico del nostro paese, quello dei cc.dd. cantautori).
Melodia, dicevamo, buon pop, rock e musica d’autore sono le componenti principali di questo godibile lavoro dei Kozminski, che della cantabilità dei loro brani e della profondità dei testi sembrano aver fatto una bandiera. Certo c’è anche dell’altro, dal momento che “Sempre più lontani” richiama qua e là un certo modo anglosassone (britannico, in particolare) di fare musica. Niente di male, beninteso, il CD si ascolta sempre volentieri, specialmente nei brani che appaiono più sostenuti ed accattivanti come “Non ricordo niente” (non so se sia solo una mia impressione, ma questo brano sembra o no riportare ad antiche atmosfere lunapoppiane?) e  “Venerdì”.
Profondamente attratti dal pensiero matematico di Leonardo Fibonacci perché “ha dimostrato che gli unici confini sono quelli della mente e che l’unica vera sfida è cercarli sempre più lontano”, i Kozminski, in una intervista recente sostengono che le loro canzoni riflettono il tentativo di restituire la poesia che si respira negli appartamenti affacciati sulle circonvallazioni, gli abissi che si scorgono negli spartitraffico affollati di rifiuti, ma anche la mirabolante vertigine del mondo che si compone appena dietro i nostri occhi.
Tutt’altro che superficiali o privi di argomentazioni che facciano riflettere, i Kozminski e il loro gradevole CD. Ascoltateli.

 

 

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