[Anteprima Esclusiva] “Terraferma” è il nuovo disco di Gerardo Attanasio

Gerardo Attanasio


“Terraferma”

(Blue Bell Dischi)

 

Tracklist 
01 – Terraferma, 4:39
02 – La Luce Nel Pozzo, 3:05
03 – Ovest, 2:29
04 – 12 Tarì, 4:03
05 – Il Silenzio Delle Sirene, 4:18
06 – Il Boliniere, 4:16
07 – Abu Tabela, 4:31
08 – Il Giorno Dopo Lunedì, 6:11
09 – Nonna Nonnarella, 4:42 (1° singolo)

 

“Terraferma” è il terzo disco di Gerardo Attanasio, prodotto da Fabio Rizzo e il cantautore stesso, in uscita il 15 giugno 2019 per Blue Bell Dischi.
Un disco di sole e di sale che insegue l’arcaico attraverso suoni di terra e di mare.
Le nove canzoni tracciano una mappa fantastica della provincia di Napoli, luoghi in cui l’autore è cresciuto e che lo hanno ispirato.
Semi gettati molti anni fa e che sono maturati lentamente fino a questa forma definitiva.
Lo sforzo compiuto è stato quello di annientare l’autore e la sua biografia per arrivare a un linguaggio poetico e musicale senza tempo, come se la stratificazione di versi e suoni arrivasse da lontano, come se fosse una voce plurale. L’intento è quello di essere classico e dunque eterno, al di fuori delle mode.
Chitarre battenti, zampogne e castagnette si scontrano con sintetizzatori, chitarre elettriche e batteria per sottolineare lo strappo irrimediabile fra due mondi: quello contadino contro quello tecnologico, i tempi della terra contro quelli del Mercato. Una contaminazione inevitabile che regala nuova linfa a dei canti senza tempo.
La canzone d’autore si sporca di sonorità alla Sufjan Stevens, Bon Iver, José González. È come se i Radiohead di The bends suonassero la chitarra battente. Dal mito delle sirene a una ninnananna di sapore popolare, il Mediterraneo respira in ogni episodio di questo viaggio. Qui  la vita si esprime attraverso mille contraddizioni per bocca di personaggi diversissimi fra loro. Tutta la vita di Gerardo Attanasio è caratterizzata da innumerevoli letture, viaggi e uno spontaneo amore per luoghi e storie dimenticate.
La sua poetica si nutre di letteratura e bellezza, rendendolo uno degli ultimi esemplari di una razza estinta: il “cantor litteralis”, di cui non ripropone oziosamente gli stilemi ma, grazie a un continuo lavoro di ricerca, rinnova con personalità e freschezza l’arte della canzone.

 

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