Softone, “Golden Youth”  frammenti esistenziali di un’anima solitaria

© Giovanni Manzi

 

A cura di Giovanni Graziano Manca

 

The Softone

“Golden Youth” 
(Autoprodotto)

TRACKLIST 

  1. Intro 
  2. Alone And Weird
  3. Sweet Mom 
  4. Surprising Me
  5. I Wish 
  6. Little Star
  7. Still Believe 
  8. Golden Youth
  9. Lost Memories 
  10. Psycho Visions
  11. The Place 
  12. Outro 

Del tutto coerente con lo stile frequentato dall’autore del disco il nome del progetto musicale The Softone di Giovanni Vicinanza da Gragnano, cittadina in provincia di Napoli.
Giovanni Vicinanza pubblica “Golden Youth”, opera autoprodotta e pubblicata a nome del citato progetto individuale, che sarà disponibile a partire dal 25 di Ottobre p.v..
Sono dodici i brani di questo disco, circa quaranta i minuti di ascolto musicale. La cifra basilare di essi risiede, oltre che nella dolcezza dei suoni, nell’utilizzo della melodia e di sonorità tanto quiete quanto nostalgiche. La chitarra è strumento predominante, e a seconda del brano assume colorature psichedeliche, le canzoni dell’album aderiscono a una del tutto generica connotazione che può apparire “british”, mentre costituisce un ulteriore elemento distintivo di Softone lo stile riflessivo, intimo ed emozionale che sembra reggersi su contenuti lirici e su sentimenti e vicende private ora felici ora tristi.
“Alone And Weird”, “Sweet Mom” (un brano, il terzo dell’album, floydiano), l’americanissima ballata “Surprising Me”, “I Wish” (pura country music, dolce e delicata), “Little Star”, per altri versi, sono brani che mettono in evidenza la predisposizione al songwriting veramente notevole di Vicinanza.
La gamma di frammenti che raccontano di una esistenza umana, quella del campano, in “Golden Youth” risulta ben combinata perché infine assume la forma di una collezione di canzoni interessante e gradevole all’ascolto.
E’ fatta di folk, di pop, di psichedelica e naturalmente di rock, questa raccolta di songs.  “Golden Youth” in effetti è tutto qui, quanto a generi musicali esplorati, e ad ascoltarlo con la dovuta attenzione vi si rinvengono le più varie suggestioni.
I dodici pezzi sono nati al Lavalab Recording Studio di Vicinanza. Sempre in perfetta solitudine, lo stesso Vicinanza ha chiuso e mixato l’intera opera a Milwaukee, Wisconsin, USA.

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