Photostory a cura di Maurizio Lucchini e Sonia Golemme
“Agire locale, pensare globale” è il motto che campeggia su un grande striscione appeso a Joggi.
Joggi Avant Folk è un festival libero e autofinanziato. Rappresenta oggi una delle esperienze di festival più straordinarie di partecipazione e aggregazione dal basso esistenti in Italia.
Musica, teatro, libri, socialità, incontri dibattiti, immagini, gastron
Già, la gastronomia non è certo da sottovalutare! Penne all’arrabbiata e alle verdure, fagiolata panini farciti da mani sapienti e pazienti, le immancabili “crespelle” fritte! Tutto rigorosamente preparato all’istante dalla gente del posto.
È la serata conclusiva e tra i vicoli del borgo si aprono le cantine, vino gratis per tutti accompagnato dalla musica dei suonatori del Cardeto che sfilano per il paese con zampogne e tamburelli.
Inizia poi la proiezione del documentario “Redemption song” di Cristina Mantis.
Subito dopo l’incontro dibattito è sul tema dei confini e delle barriere in Europa “Over the fortress” con Stefano Bleggi (Melting pot Europa), Antonio Pio Lancellotti (Global Project), Enzo Infantino (volontario in missioni umanitarie all’estero)
Joggi Avant Folk è anche teatro, assistiamo così alla “DANZA D’ANIMALE”. Con Francesca Lo Giudice e Lara Riccio
Dalla Trilogia della Parola in Corpo di Lara Riccio, lavoro che si muove costantemente tra l’Universo della Gestualità e un mondo più intimo e circoscritto qual è quello delle donne del Sud Italia. Questo secondo episodio è incentrato sul fenomeno del Tarantismo. Il morso di un ragno, un rituale complesso e strutturato, le convulsioni del corpo femminile. Corpo che in questo caso diventa strumento inerme di pulsioni inconsce, portatore non consenziente di nevrosi profonde. Fratture e contratture sono la traduzione gestuale delle torbide turbe emotive. Dialogo schizofrenico, due corpi seguono i tempi spezzati e talvolta incoerenti di un flusso nevrotico viscerale. Il tarantismo come fenomeno culturale del Sud, retaggio di antica espressione delle oscurità femminili. L’isteria, tema che intrinsecamente si lega a questo rituale; morbo dalla genesi agli inizi indecifrabile e che catturò l’attenzione della scienza e del mondo dell’arte dal primo Novecento in poi. Antico e moderno, globale e localizzato, il secondo episodio della Trilogia si interroga sul parossismo del movimento, sulla follia incastonata nel rituale.
Come abbiamo già detto #overthefortress è il tema centrale di questa edizione. Contro i muri e le barriere della fortezza Europa.
Sandro Joyeux rappresenta in pieno questo concetto. Il musicista italo francese racconta da sempre la vita nei ghetti, nelle carceri, nei centri d’accoglienza per migranti, negli ospedali psichiatrici.
Interprete ironico e scanzonato, avvolgente e coinvolgente, ammalia il pubblico attraverso i suoi suggestivi racconti di viaggio o le storie e leggende legate alle canzoni, lo prende per mano e lo coinvolge fino a farlo cantare a squarciagola in lingue esotiche e sconosciute. Joyeux dopo aver calcato i palchi di numerosi festival tra cui quello dell’Umbria Folk Fest e di Eutropia e del World refugee day Live di Firenze, è uscito nel 2016 con un nuovo disco “Migrant”. Un disco fatto di impegno sociale a sostegno dei migranti coniugato attraverso nuove canzoni e nuove sonorità per un live che resta un’iniezione di pura energia. Sandro canta in francese, inglese, arabo e in diversi dialetti africani.
“Bisogna accontentare tutti”, sono le parole degli organizzatori sempre presenti e attenti affinché vado tutto bene. E dopo il punk e il cantautorato arriva anche il momento delle tarantelle e dei canti tradizionali con gli Skunchiuruti Band. Una banda proveniente da un piccolo villaggio alle pendici dell’Aspromonte meridionale, Cataforio. Otto elementi che offrono un repertorio di “suonate a ballo”, canti tradizionali, passando dalla canzone folk “da bancarella” con l’utilizzo di strumenti della tradizione popolare: chitarra battente, lira, organetto, zampogna, tamburello e una “Tubbiana” (cassa, tamburo, piatti) dai ritmi travolgenti che accompagna il tutto.
Si spengono le luci e inizia il Dj Set dalle sonorità “trash” e selezionate esclusivamente in vinile. Si balla fino all’alba. La sensazione è quella di non voler lasciare mai più Joggi. Qualcuno lo ha definito un “miracolo laico” e forse è proprio così.
Saluti e abbracci finali con la speranza di rivedersi il prossimo anno…e sarà la ventesima edizione.
Lunga vita a Joggi!
Lunga vita a Joggi Avant Folk!
I video interattivi con tecnologia 360° (visibili anche con i visori per realtà virtuale)
Sandro Joyeux
Skunchiuruti Band
I facebook live video stream
Dj Set
Skunchiuruti Band feat. Sandro Joyeux
Skunchiuruti Band
Sandro Joyeux
di +o- POP