STACCARE LA SPINA. Romanzo breve.

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scritto insieme ad Ada Schettini.

 

CAPITOLO V

<Ali sai che penso? Che dovremmo partire, staccare la spina.. Potremmo andare ad Amsterdam o Parigi! Anzi no Parigi no, troppo romantico! Che ne so, Oslo! Andiamo là!> disse Gabriella stesa sul letto di Ali, con un libro di biologia tra le mani e le gambe poggiate sul comodino. L’eleganza era il suo forte.
<No ma che partire Gà, devo studiare e poi me lo ha proposto già Giammo. In più tra poco è il compleanno di Pietro, vorrei organizzargli una festa. Ultimamente lo vedo così assente..> rispose Ali, avvolta in un piumone da cui spuntavano solo gli occhi brillanti, castano chiaro e le sue sobrie pantofoline a forma di coniglio.
Quel pomeriggio le ragazze  si erano organizzate per ripetere insieme parte del programma per l’esame, ma Gabriella aveva tante proposte e tanto da raccontare e di studiare proprio non ne voleva sapere.
<Ali ma perché sei così.. come dire.. rigida? Sciogliti, goditi la vita. Se fossi stata tu al posto mio quella sera al concerto, avresti dato un due di picche a Carlo grande quanto una casa!> asserì convinta Gabriella, strattonando il braccio dell’amica, stesa affianco a lei. <Per carità, non che ne sia valsa particolarmente la pena devo dire, quello sa solo cantare e mi fermo qui! Però sono tutte esperienze, oh! Esperienze che tu non fai, perché ormai ti sei trincerata in questa storia strana con quello strano personaggio… di dubbio gusto. > Storse il naso, facendo uno scatto in avanti, per mettersi seduta sul letto, rivolta verso Alice.
<Meglio Pietro, anzi.. quasi quasi un pensierino ce lo faccio io.. Quella sua aria da stralunato mi attizza!!>
Ali si tolse immediatamente la copertona che l’avvolgeva e si mise in piedi davanti al letto agitando con fare severo  il suo piccolo indice.
<No no no assolutamente no! Pietro no! Tutti ma lui no! Gabriella finisce un’amicizia, non ti permettere!!!>
scuoteva la testa contrariata, mentre si dirigeva con passo frenetico verso la cucina, con Gabriella al seguito che ridacchiava sorniona. <Su Pietro scatti, ma sul fatto che trovo Giammo orribile non batti ciglio! Chissà perché…..>
<Perché deve piacere a me, non a te!> rispose infastidita Ali mentre frugava tra le pentole della madre, alla ricerca di un brick in cui scaldare il Ciobar. Goffa com’era, naturalmente, trascorsero vari minuti di tensione alla ricerca dell’occorrente per preparare la cioccolata: caddero due tazze e l’intero contenitore dello zucchero. Nessun ferito, a parte il manico di una delle tazze. Gabriella continuava a ridere del nervosismo della sua migliore amica, che conosceva fin troppo bene e sapeva che quando si ricorreva al Ciobar c’era aria di crisi mistica. <Povera cucciola, in bilico tra due uomini, eh? Ma perché non deliziare entrambi? Suvvia non essere bigotta!!> Propose, mettendosi a sedere sul piccolo divano che Alice aveva nella cucina, guardandola divertita in tutte le sue meticolose operazioni culinarie.
<Gabri smettila e poi Pietro non mi piace, io sono innamorata di Giammo e questo tuo discorso non ha alcun senso> Ma in realtà di senso ne aveva e come. Anzi, Gabriella aveva colto esattamente nel segno. Ali era gelosa di Pietro in maniera incontrollata e la cosa la infastidiva, la faceva irrigidire, la turbava. Questo pensiero la stava torturando e se ne voleva liberare. Mentre girava compulsivamente la cioccolata aveva strane immagini nella mente, di Pietro, di Giammo, di Gabriella che, provocante, cerca di circuire Pietro.. Quando a un tratto, come rinsavita dal suo mondo di scene costruite nel suo immaginario, si volse verso l’amica, con sguardo furbo, di chi ha avuto un lampo di genio, quasi un’apparizione.
<Anzi, Gabriè, sai che ti dico? Lascia perdere quello che ho detto prima, provaci con Pietro!> disse, sembrando assai convinta delle proprie parole, mentre scuoteva all’aria il mestolo sporco della cioccolata che nel frattempo giaceva incurata sul fuoco, forse un tantino troppo alto. <Con il tuo carattere prorompente e la tua simpatia potresti farlo distrarre, farlo tornare il Pietro di prima, magari! Hai il mio benestare, vai! Stasera organizziamo un cinema tutti e quattro!>
Gabriella continuava a ridere, sbattendo compiaciuta le mani <Vuoi vedere se ti da fastidio e se potresti supera…> ma si interruppe a causa del fumo che spuntava dietro le spalle di Ali, che nel frattempo fissava il pavimento leccando il mestolo, ignara di quello che stava accadendo <Ali, sta andando in fumo tutto!! Spegni tutto! E svegliati un po’!> urlò Gabriella, alzandosi di scatto per correre verso il brick ormai incandescente. <Uh! Addio Ciobar.. allora sei d’accordo a ‘sto cinema o no??> disse Ali, scostandosi incurante dal fornello. La cioccolata era diventata carbone, ma Gabriella pensò che fosse più grave la carbonizzazione del cervello della sua amica.

 

… To be continued!!

Informazioni su Fiorella Todisco 56 articoli
Classe '92, laureata in giurisprudenza alla Federico II di Napoli. Ama il diritto, la letteratura, la scrittura, la musica e prova a fare di tutto un po'.