Coffee or Not live @ Comfort Me – Otra Vez Fair Cafè, Cosenza, 19 Gennaio 2016

 

È la seconda volta che ascolto un live dei Coffee or Not, duo alt pop belga formato dai polistrumentisti Soho Grant (tastiere, voce e percussioni) e Renaud Versteegen (batteria, chitarre e voce).
A Cosenza si sono esibiti già lo scorso anno, e, devo dire la verità, è stato amore a prima vista. Comprai i loro ultimi due cd, simpaticamente autografati da Soho e, da allora, li riascolto spesso.
La vera forza dei Coffee or Not è la dimensione live: lo sanno bene i due musicisti che dall’uscita del loro ultimo album, “Everything is falling down” nel febbraio 2016, non stanno mai fermi e girano tutta l’Europa regalando fantastiche esibizioni, così come lo sa bene Rocketta che organizza i loro tour in Italia.
Quest’anno il locale scelto per le esibizioni è l’Otra Vez Fair Cafè di Cosenza, un locale diverso nel panorama cosentino, poiché oltre ad essere davvero molto accogliente e raccolto, è l’unico Bistrot bio etico, in cui sono presenti piatti vegetariani e vegani nel menu, ottimi vini e un corner dedicato alla vendita di prodotti alimentari e artigianali del mercato equo solidale. Sicuramente è la cornice ideale per un concerto prezioso come quello dei Coffee or Not. I live vengono organizzati dai ragazzi del “Comfort Me”, rassegna musicale che si occupa di live davvero molto interessanti in cui splendenti gemme musicali provenienti da tutto il mondo fanno conoscere la propria proposta artistica.

 


Renaud conosce ormai “bene” l’italiano e intrattiene e ringrazia un pubblico entusiasta e accorso numeroso ad ascoltarli. Si inizia alla grande coi pezzi dell’ultimo album: “A different light” e “May I lay down” sono due brani fortissimi di grosso impatto emotivo, capaci, come una calamita, di attrarre l’ascoltatore e di catapultarlo in un turbine a cui è difficile uscirne. I brani sono prog e ipnotici, ricchi di loop ossessivi che si mescolano al suono della tastiera e delle percussioni suonate da Renaud e a tratti anche da Soho. L’intreccio è anche quello delle voci, sempre ben armonizzate che valorizzano molto i brani. Il canto di Soho è magnetico come il suo modo di muoversi e ondeggiare, i suoi gemiti estatici si avvicinano a quelli della cantante nipponica dei Blonde Redhead. Spesso i pezzi non sono separati uno dall’altro come succede in “The day she locked herself away”, lento e seducente capace sul finale di creare un hype, una tensione emotiva che esplode sul pezzo successivo, “Everything is falling down”. Lo spettacolo va avanti così tra inquietudine, attesa ed estasi. Unica pecca: il concerto finisce troppo presto.
Non ci rimane dunque che salutare i “Coffee or Not” con un arrivederci all’anno prossimo per un nuovo concerto e chissà… anche un nuovo album!