Storie di Terra e di Lava: Cesare Basile @ Teatro dell’Acquario (Cosenza)

Come si fa a raccontare un concerto di Cesare Basile a chi non c’è stato, a chi non sa cosa vuol dire lasciarsi travolgere dall’energia, dal calore, dalla forza emotiva del cantautore siciliano e dei suoi fidati Caminanti?

Impossibile.

Impossibile raccontare dello zolfo, della lava e delle aspre terre che ti si parano davanti quando la voce calda, popolare, vera come quella dei pescatori al mercato del pesce della sua Catania ti viene incontro e ti trascina con se.

Impossibile.

Raccontare un concerto di Cesare Basile è come raccontare della vita stessa, di qualcosa che anche nel tentativo di descriverne minuziosamente ogni suo aspetto non riusciresti mai a trasmetterne la bellezza, a far cogliere quelle sfumature, quelle piccole cose speciali, quelle espressioni che riempiono il cuore e rendono sereno l’animo.

© Antonio Bastanza

Potrei raccontare di un teatro storico, il Teatro dell’Acquario di Cosenza, che ha un vissuto di indipendenza, di libertà e di tradizione che, seppur tra mille difficoltà, continua a portare avanti l’idea che si possa fare arte, si possa fare cultura senza scendere a compromessi, portando in alto quei valori che da sempre lo contraddistinguono.

© Antonio Bastanza

Potrei raccontare di un artista vero, che ama percorrere strade strette e irte ma piene di bellezza e di umanità, come quelle della sua terra, che si circonda di uomini e donne che condividono con lui il palco ed ideali, come una piccola armata di cavalieri senza macchia e senza paura.

Potrei raccontare di canzoni che parlano di vinti, di oppressi, di sopraffatti, di storie che rimangono nascoste, che sono lì abbandonate perché non hanno voce, finché una voce libera non decide di accoglierle e farle proprie, testimoniando al mondo la loro esistenza.

© Antonio Bastanza

Potrei raccontare di un disco “U Fujutu su nesci chi fa?”, che traccia un nuovo sentiero in un certo tipo di cantautorato, consapevole, socialmente impegnato, che non accetta di dimenticare, che non accetta di lasciarsi sconfiggere dalle paure e dall’ignavia di gente che preferisce far finta di nulla.

Ci sono storie che vanno raccontate, che, anche se volessimo far finta di  non vedere, finirebbero comunque per venire ai nostri occhi, persone che non possiamo ignorare anche se volessimo, semplicemente perché, a volte siamo anche noi quel tipo di persone: ignorati, sopportati, sconfitti, in guerra con un mondo che non ci rappresenta, ma sempre e orgogliosamente a testa alta.

© Antonio Bastanza

Potrei dirvi che vivere un concerto di Cesare Basile è come salire sull’Etna, ammirarne la grandiosità e rendersi conto della forza e della vita che scorre sotto panorami lunari, perdersi nella serenità dei suoi fragorosi silenzi, comprendere che quell’unione di grazia e forza è irripetibile.

Tre uomini e tre donne, a cuore aperto e animo nudo, i primi a dare sostanza e compattezza alle canzoni, le seconde a condurre il pubblico in questo spaccato di vita con grazia e armonia.
Un connubio perfetto.

© Antonio Bastanza

Potrei invece chiedervi, molto più semplicemente, di andare ad ascoltare questo menestrello moderno, questo uomo del popolo, cantore della sua terra e della sua gente, e abbandonarvi ai suoi racconti.
Potrei chiedervi, alla fine del concerto, se ne è valsa la pena, ma almeno questo lo so già

Perché il segno che Cesare Basile lascia sull’anima di chi lo ascolta è una ferita aperta da cui sgorga lava, fuoco ed emozione.

Perché chi sceglie di ascoltare un suo concerto non ha bisogno di sogni al ribasso o di effimere certezze ma di nient’altro che di un refolo di vita.

© Antonio Bastanza

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