The Soft Moon: una tensione emotiva soffocante e ipnotica

A cura di: Renata Rossi

THE SOFT MOON
Criminal

(Sacred Bones)

 

Un suono freddo e violento, tagliente come le lame di un coltello, oscuro e sinistro; questi sono The Soft Moon, band nata nel 2010 dalla mente di Luis Vasquez che ha saputo pescare ad arte dai suoni post punk-dark-industrial degli anni ’90, i cui maestri indiscussi sono i Nine Inch Nails di Trent Reznor, per creare un proprio stile accattivante e personale. La vincente collaborazione con il producer italiano Maurizio Baggio, iniziata con il precedente disco “Deeper”, continua anche in “Criminal”.
Siamo al quarto disco dei Soft Moon che si muovono su una strada intrapresa, aggiungendo una marcia in più nell’ utilizzo maggiore della voce, che rende il disco più impattante ed emozionante. Di emozioni si tratta, infatti, anche se angoscianti, spaventose, sinistre. A cominciare dai temi trattati, non certo leggeri, di questi brani nati in un piccolo seminterrato di Berlino. Racconta Vasquez:

“Ho passato gli ultimi otto anni a cercare di guarire me stesso, e non ha funzionato, quindi questo disco racconta la disperazione”

L’album nasce da un grosso trauma infantile, che si insinua nel profondo dell’animo ed esce fuori nelle liriche in frammenti e urli.

This guilt is a problem/You’re the ghost of my problem “Questo senso di colpa è un problema / Tu sei il fantasma del mio problema”

canta su “Like a Father“, dedicata al padre e all’abbandono. La rabbia altrove è tuttavia rivolta verso se stessi e verso la paura. “Burn” indica il terrore di dover bruciare all’inferno:

“Eyes, reflecting the person that I am, and it burns”

Un brano su tutti è senz’altro Choke, che racconta le dipendenze, in particolare quella da cocaina e trasporta in una sorta di trance emotiva, in una spirale contorta da cui non si riesce ad uscire. Il disco si muove come in un labirinto soffocante, creando una tensione che non si scioglie mai ma che rende tutto l’album più seducente e avvolgente, da ascoltare da soli, accompagnati dalla propria disperazione. Non bisogna dimenticarsi tuttavia che si tratta anche di un disco dark-wave da ballare in maniera compulsiva in una dancefloor, con la promessa di riuscire ad ottenere una qualche forma di catarsi.

 

 

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