A cura di: Renata Rossi
E
“A Negative Work”
(Thrill Jockey)
Tracklist
1. Pennies
2. The Projectionist
3. Poison Letter
4. A House Inside
5. Down She Goes
6. One in Two
7. Untie Me
8. Cannibal Chatroom
9. Hole in Nature
10. Hollow
Una super band questi E, il trio composto da Thalia Zedek (Come, Uzi, Live Skull), Jason Sidney Sanford (Neptune) e Gavin McCarthy (Karate) che ha esordito nel 2016 con un LP eponimo e si ripresenta con un nuovo album: “A negative Work”.
Il nuovo disco, che, vista l’età e l’esperienza dei musicisti, potrebbe risultare stantio o semplicemente qualcosa di trito e ritrito, riesce invece a sorprendere, a presentare musica tutt’altro che vecchia e ammuffita: un pulsare di vita ed energia, ispirato e furente in ogni nota e parola. Nonostante siano passati tanti anni dai quei favolosi ’90 in cui ciascuno dei tre artisti è stato protagonista di una scena rock alternativa unica, regalando la propria passione fatta di sferzate rumorose ed elettriche, di dolore e di sangue, oggi si riapre quel mondo musicale in cui tutto sembra essere possibile e reale.
“A Negative Work”, uscito il 25 maggio per Thrill Jockey è stato anticipato da due brani: la sconvolgente e aggressiva “Untie Me” e la traccia d’apertura “Pennies” furente quanto basta ad annunciare il giusto piglio dell’album che prosegue col secondo pezzo, “The Projectionist”, un blues attraversato da deflagrazioni chitarristiche. Il disco è stato registrato e mixato in soli quattro giorni a Providence, presso i Machine With Magnets studio di Pawtucket dando un impressione di urgenza espressiva, come se suonato dal vivo.
Le tracce sono trascinate dalla voce ruvida e dall’anima sanguinante di Thalia Zedek che arricchisce i brani di atmosfere tese e sghembe; ma la voce prominante è quella dell’ ipnotico e straniante Jason Sidney Sanford a ricordarci che di una collaborazione si tratta e che sono presenti le anime di tutti i componenti. Il blues malato di “Cannibal Chatroom” è sicuramente uno degli episodi più riusciti e ipnotici come il tormento ripetitivo di “Down she goes” ma anche il pezzo posto in chiusura “Hollow” e affidato nuovamente alla voce di Zedek, è doloroso e graffiante come uno schiaffo inaspettato.
In definitiva se vi mancano le sferragliate chitarristiche degli Slint, le pulsazioni lente e sofferte dei Codeine, gli spigoli dei June of ’44 non credo possiate restare indifferenti all’intensità di “A negative work”.
Il trio si appresta ad arrivare nel nostro paese, non perdetevi l’occasione di andarlo ad ascoltare:
9 giugno – Caorle (VE), Bar al Castello Da Capota
10 giugno – Milano, Spazio Ligera
11 giugno – Bologna, Freakout Club
12 giugno – Avellino, Godot Art Bistrot
13 giugno – Firenze, Area San Salvi
14 giugno – Ravenna, Circle Abajur
15 giugno – Alessandria, Cascina Bellaria
di +o- POP