THE BELLRAYS @ GOB di Viareggio: l’anima e il punk

 

Di: Marlene Chiti

In questa stagione ricca di festival dai grandi numeri non è impossibile riuscire a scoprire e riscoprire band stimolanti seppur poco conosciute, specie laddove ci siano gestori e locali che si impegnino in programmazioni coraggiose, andando oltre il facile richiamo della cover band.

Uno di questi posti è il GOB – Ganz Of Bicchio, Circolo Arci dalle parti di Viareggio, ospitato in un complesso di capannoni dismessi a fianco dell’autostrada.

Piccolo e isolato non è facile da raggiungere se non siete di zona o non avete un buon navigatore ma la qualità dell’offerta musicale e i prezzi popolari ripagano ampiamente lo sforzo per raggiungerlo. Dall’ entroterra pisano, dove Pisa si confonde con Firenze, il 27/06 ci siamo avventurati in Versilia per presenziare al concerto di chiusura di questa stagione per cui sono stati ingaggiati i The BellRays, band californiana con all’attivo oltre una decina di lavori in un ventennio d’attività.

Punk is the preacher….. Blues is the teacher

declama l’adesivo sulla chitarra del chitarrista Robert Vennum, membro storico e fondatore assieme alla compagna e cantante, la maestosa Lisa Kekaula, e ben descrive lo spirito e lo stile della band, che affonda le radici nei suoni garage della Detroit degli Stooges e degli MC5, mischiati con dosi massicce di Motown sound. Una macedonia di suoni sulla carta lontani che invece s’incontrano e si fondono in una miscela energetica Punk ‘n’ Soul che rende al meglio nella dimensione live, grazie al piglio e alla naturalezza di una band che è evidentemente adusa a calpestare palchi di tutti i tipi e di tutte le dimensioni.

La scaletta si concentra in gran parte sugli ultimi lavori Punk,Funk, Rock, Soul Vol 1 e 2, usciti nel 2018, e sul precedente Black lighting datato ormai 2011.

Titoli esplicativi che rendono bene l’idea della proposta sonora e dell’energia incendiaria del set che alterna brani tirati e più tipicamente punk, in un paio dei quali i la cantante cede anche il microfono a Vennum e al bassista Bernard Yin, ad episodi con chitarre dal sapore quasi hard rock fino a pezzi canonicamente soul in cui la voce di Lisa Kekaula si esprime al meglio.

La band non perde occasione di rammentare che si tratta di un concerto rock, chiede e ottiene partecipazione e il pubblico che affolla il locale mostra d’apprezzare grandemente.

Bel concerto e bel posto, non possiamo augurarci altro che si continui su questa linea.

 

 

 

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